La nuova casa della ricerca
Sull'onda di una nuova visione per la ricerca italiana, il giovane studio italo-giapponese Tanaka I Tomidei, insieme ad Alessandro Garzanti, ha conquistato il primo premio nel concorso per il "Nuovo polo dei laboratori Rita Levi-Montalcini" dell'IRCCS Spallanzani di Roma.
Immaginate un luogo in cui la scienza non è soltanto sequenza di provette, ma respiro e paesaggio: qui, il progetto si distingue per un dialogo costante tra spazi interni e esterni, per una tensione verso la socialità, per un giardino che non è solo orpello, ma parte intrinseca della "vita laboratoriale".

L'architettura si articola in un doppio volume sfalsato che si apre su una piazza pubblica, come se un gesto sospinto dall'aria avesse separato due ali leggere, generando un vuoto accogliente. Collegamenti ipogei (gallerie sotterranee) si intrecciano con ponti aerei, connettendo il nuovo edificio ai padiglioni esistenti: il Baglivi, il Del Vecchio e l'ala dell'Alto Isolamento, quest'ultima dedicata ai laboratori di alto biocontenimento (BSL-3).

Tecnicamente, il progetto prevede un edificio su quattro piani fuori terra, con un volume complessivo di circa 14.730 m' e una superficie utile di 5.157 m'. Di questi, 2.185 m' sono destinati a laboratori e servizi di supporto per la diagnostica e la ricerca; 1.000 m' saranno occupati da aree verdi e spazi di relazione, pensati come zone di incontro e riflessione; il resto è dedicato a spazi tecnici, servizi comuni e collegamenti interni.
Dentro questo nuovo corpo si integreranno strutture di massimo rigore biosicurezza: è prevista, infatti, una banca biologica e un'area BSL-3 (Biosafety Level 3), indispensabile per le attività di ricerca sulle malattie infettive più complesse.
Ma la tecnica non basta senza un'anima: la giuria del concorso ha premiato anche il carattere contemporaneo e tecnologico dell'edificio, un'immagine architettonica riconoscibile che non nasconde la sua missione scientifica. Le facciate saranno costruite con materiali sostenibili, e integreranno pannelli fotovoltaici trasparenti, così da coniugare prestazioni energetiche elevate con un forte impatto estetico e ambientale.
L'attenzione al verde è centrale: non si tratta solo di piante decorative, ma di uno spazio vivo pensato per favorire anche la socialità, il confronto tra ricercatori, momenti di sosta; elementi che testimoniano come la ricerca e la vita quotidiana siano profondamente intrecciate. La connessione con i padiglioni preesistenti è progettata per essere fluida.
Un tunnel sotterraneo collegherà al Baglivi e al Del Vecchio, mentre un ponte sospeso unirà il nuovo edificio al padiglione Alto Isolamento: un gesto architettonico che unisce antico e nuovo, ricerca e sicurezza.
Il progetto vincente emerge tra 73 proposte che partecipavano al concorso, segno non solo della bravura del team Tanaka I Tomidei & Garzanti, ma anche dell'importanza strategica data dallo Spallanzani alla qualità architettonica della sua nuova sede di ricerca.

Sul fronte economico, secondo la delibera ufficiale, l'obiettivo è di realizzare un'opera moderna ed efficiente, capace di unire elevati standard di sicurezza biologica con sostenibilità ambientale e identità architettonica.
Il finanziamento previsto è ambizioso: la riqualificazione del polo laboratoristico è stimata in 26 milioni di euro, un investimento deciso a rafforzare la ricerca infettivologica in Italia e consolidare lo Spallanzani come eccellenza scientifica.
Così, il nuovo polo di ricerca Rita Levi Montalcini non diventa solo un edificio più grande, ma una promessa: uno spazio dove la scienza respira, dove il sapere non è chiuso in una provetta ma cammina nei giardini, dove il rigore si unisce alla bellezza, e dove i ricercatori potranno non solo studiare il futuro, ma immaginarlo, crescervi e abitarlo.




