Cerchio di Luce

A pochi passi dal porto del Pireo, dove arrivi e partenze disegnano da secoli la geografia del Mediterraneo, sta prendendo forma il Kyklos Centre for Arts and Cultures, progetto firmato dal Renzo Piano Building Workshop e promosso dalla Dinos and Lia Martinos Foundation. Non sarà un museo tradizionale, ma un luogo civico dedicato alla contaminazione delle arti e delle comunità, uno spazio che intreccia collezioni, ricerca, educazione e tempo libero.
All’interno troveranno casa collezioni permanenti di Africa, Oceania e altre regioni spesso marginalizzate nel panorama occidentale, affiancate da mostre temporanee, cinema, conferenze e residenze artistiche. Kyklos vuole farsi crocevia, un cerchio aperto che non separa ma connette, in cui il locale incontra il globale. Come sottolinea Christos Carras, direttore della Fondazione: “L’arte può essere un ponte che unisce continenti, promuovendo empatia e comprensione reciproca”.
Il progetto urbanistico rovescia le proporzioni tradizionali: circa il 62% dell’area complessiva sarà destinato a verde pubblico. Con la paesaggista Camille Müller è stato disegnato un giardino mediterraneo che diventa parte integrante del percorso culturale. Olivi, carrubi, cipressi, piante aromatiche e zone d’ombra inviteranno a sostare, leggere, incontrarsi. Uno spazio aperto, accessibile a tutti, che restituirà respiro a un quartiere congestionato e segnerà la continuità tra città e architettura.
Il giardino non è solo cornice, ma soglia: introduce alla leggerezza degli spazi interni e moltiplica i confini del centro culturale, trasformandolo in un luogo da vivere anche al di fuori degli eventi.

Renzo Piano ha scelto di interpretare Kyklos attraverso la trasparenza. Le gallerie espositive saranno vetrate, permeabili, pensate per lasciare che l’arte dialoghi con la strada. Chi passa potrà intravedere sculture, installazioni, schermi: un invito continuo a entrare. L’architettura non si impone come monumento ma come strumento civico, “leggera” e rispettosa del contesto.

La sostenibilità è parte integrante del progetto: uso della luce naturale, sistemi energetici efficienti, materiali durevoli e manutenzione ridotta. Kyklos non è solo un centro culturale, ma anche un modello di architettura responsabile.
La scelta del nome è già un manifesto: “Kyklos”, in greco, significa “cerchio”. Un segno senza inizio né fine, inclusivo e continuo, capace di rappresentare l’apertura e la flessibilità dell’intero progetto. Gli spazi interni, fluidi e modulabili, potranno adattarsi nel tempo a mostre, eventi, residenze, incontri informali.
Il centro sorgerà in un quartiere popolare, accanto a un’ex fabbrica tessile e allo stadio del Pireo. Una collocazione non casuale: qui, dove il porto incontra la città, la cultura diventa strumento di rigenerazione. La fine lavori è prevista entro il 2028, con finanziamento interamente privato.
L’impatto atteso non riguarda solo Atene, ma l’intero Mediterraneo. In un’epoca segnata da migrazioni e transiti, Kyklos si pone come luogo di accoglienza e riflessione, un dispositivo culturale che restituisce dignità a memorie spesso marginali. Non più periferia ma centro, non più margine ma cerchio.
Quando aprirà le sue porte, Kyklos promette di essere molto più di un museo. Sarà un giardino abitato, un laboratorio urbano, uno spazio in cui arte e comunità potranno incontrarsi. Un “cerchio di luce” che dal Pireo guarda al mondo, radicato nel Mediterraneo ma capace di accogliere culture globali.