Hunnu City: Nuova Costellazione Urbana

Nel cuore della vasta steppa Mongola, a sud di Ulaanbaatar, si sta disegnando una città con concetti progettuali innovativi: Hunnu City, una visione urbana che intreccia biomimesi, cultura nomade e tecnologia avanzata per dare forma a un nuovo modello di vita rigenerativa e resiliente. Progettata per svilupparsi progressivamente fino al 2045 su oltre 31.500 ettari, la città è un pilastro strategico della Vision 2050 nazionale, pensata per rafforzare la sovranità economica, climatica e identitaria della Mongolia.
Come un organismo che nasce dal terreno della steppa, Hunnu City rifiuta il concetto di forma urbana imposta dall’alto e preferisce invece ascoltare i cicli naturali di acqua, vento, suolo e clima.
Il masterplan, vincitore di una competizione internazionale tra 43 team da 21 paesi, è concepito come una rete cellulare di flussi interconnessi: acqua catturata, rallentata e riutilizzata; energia solare e termica distribuita; corridoi ecologici che mantengono la biodiversità; e mobilità dolce che collega ogni spazio urbano secondo i principi della città dei 15 minuti.
Al centro di questa nuova geografia urbana si trovano gli Amid Od, le “stelle di vita”, nuclei circolari ispirati alla forma del ger — la tradizionale yurta mongola. Non sono semplici simboli: ciascun Amid Od è concepito come un hub polifunzionale in cui convergono servizi fondamentali — salute, educazione, cultura, lavoro, sport e mobilità — e allo stesso tempo funge da rifugio climatico in un contesto di inverni estremamente freddi e estati secche. Questi centri diventano punti di riferimento identitari e motori della vitalità urbana, da cui si irradiano gradualmente forme più fluide che si dissolvono nei giardini, nell’agricoltura e nella steppe.


Tecnicamente, il progetto integra strategie di urbanismo rigenerativo: celle urbane a energia quasi zero, materiali locali e facilmente smontabili, infrastrutture verdi per la gestione delle acque e reti tecniche smart che ottimizzano risorse e consumi. La città è pensata per generare più risorse di quante ne consuma, trasformando infrastrutture, paesaggi e comunità in un ecosistema co-evolutivo.
Sul fronte infrastrutturale, lo sviluppo prosegue rapidamente. I lavori di fornitura energetica sono quasi completati (con linee aeree da 110?kV, sottostazioni e reti di distribuzione dedicate), mentre il potenziamento delle reti idriche, di telecomunicazione e di protezione dalle inondazioni prosegue con slancio. Un sistema ferroviario di circa 102?km collegherà Hunnu City con Ulaanbaatar, alleggerendo il traffico urbano e potenziando la logistica regionale, con capacità di trasporto merci stimata tra 3,5 e 20 milioni di tonnellate all’anno.
La visione per Hunnu City va oltre la semplice costruzione urbana: è un laboratorio di apprendimento per il XXI secolo, in cui ogni spazio — dal paesaggio alle piazze pubbliche — diventa occasione di educazione su energia, acqua, clima e cicli naturali. L’urbanistica diventa così una narrazione vivente dove il dialogo tra tradizione nomade e innovazione tecnologica apre nuove prospettive di coesistenza tra uomo e ambiente, e dove la Mongolia si propone come pioniera di un’urbanità profondamente sostenibile.








