Muri di Basalto, Luce e Continuità
In una città antica come Shiraz, dove la luce mediorientale scolpisce il paesaggio tra giardini di rose e portici di pietra, Residential No.18 di FAAM Office emerge come un’opera che riflette la continuità tra forma, materia e vita quotidiana. Qui l’architettura non è mera involucro, ma un organismo che pulsa attraverso muri di pietra, volumi e luce, in un dialogo ininterrotto tra interno ed esterno.
Il progetto si struttura su circa 1.200?m² di superficie residenziale, concepita non come composizione di solidi isolati, ma come moltiplicazione di un elemento primario: il muro. Queste pareti possenti, formate da ingrossi di basalto verticale, non sono solo facciate statiche, ma vere spine dorsali spaziali, che attraversano l’edificio dal portale d’ingresso fino al giardino pensile sul tetto.
Il basalto, roccia vulcanica dalla texture solida e profonda, diventa materiale narrativo: stratifica luce e ombra, conferisce massa ed equilibrio alla forma e incorpora la struttura portante negli spessori stessi dei muri.


Questa scelta materica non si limita a una questione estetica: i grandi muri di basalto agiscono come serbatoi termici, accumulando calore di giorno e rilasciandolo nelle ore più fresche, mitigando le escursioni termiche tipiche del clima continentale iraniano. La loro continuità architettonica plasma gli spazi interni, definendo aree funzionali e percorsi di luce naturale che penetrano attraverso spaccature e nicchie per creare ambienti variabili e misurati.
L’articolazione spaziale ruota attorno a un balcone-vetrina, elemento cardine che dissolve la tradizionale barriera tra interno e paesaggio. Qui la trasparenza del vetro abbraccia la luce e il panorama, mentre al centro cresce un arbusto che porta la natura stessa dentro l’abitazione, segnando un asse vitale tra cucina, soggiorno e camere. Questa strategia di buffer verde non è solo decorativa, ma contribuisce al benessere psicofisico degli abitanti, filtrando sole, vista e ventilazione.
Dal punto di vista tecnico, la compresenza di elementi massivi e superfici trasparenti richiama i principi del design bioclimatico, dove la disposizione delle aperture e la scelta dei materiali lavorano in sinergia per ottimizzare comfort termo-igrometrico e illuminazione naturale. I materiali interni – come il legno di olmo per arredi e finiture – bilanciano la rigidità minerale dei muri con una sensazione tattile di calore e accoglienza, creando ambienti che risuonano di equilibrio e quiete.
In un’epoca in cui l’abitare contemporaneo si confronta con questioni di sostenibilità e performance, Residential No.18 offre una lezione sottile, ma potente: la forma architettonica può nascere da un solo gesto ripetuto – il muro – eppure generare una complessità di relazioni spaziali, climatiche e percettive. La casa diventa così un paesaggio di pietra e luce, un microcosmo domestico dove la disciplina materica racconta l’esperienza umana dello spazio.










