Dune di resilienza urbana

Nel litorale di Fort Lauderdale, DC Alexander Park sta prendendo vita – un progetto intrigante firmato da Brooks + Scarpa Architects, in collaborazione con PLAN(t) e Keith Engineering, che trasforma un parcheggio asfaltato in un’arena paesaggistica resiliente.
Nel dettaglio tecnico, il parco sorge su un lotto di circa 4.860 m², precedentemente occupato da un grande parcheggio. Il costo della realizzazione si attesta attorno ai 5 milioni di dollari, un investimento intelligente per la rigenerazione urbana e la protezione costiera.
In questo contesto estremo, soggetto a pioggia intensa, spruzzi salini e mareggiate, il design non si limita al bello, ma diventa infrastruttura: l’architettura diviene strumento di adattamento.
Uno degli elementi centrali è una duna rampante che si eleva fino a un belvedere aggettante di circa 7,6 metri: una struttura elegante che offre una vista sull’oceano, ma svolge anche una funzione tecnica, agendo da barriera naturale contro le onde e come parte di un sistema resiliente.
La rampa di salita è pensata col criterio dell’accessibilità universale, garantendo a tutti i visitatori l’esperienza panoramica. La struttura del belvedere è realizzata con acciaio e cemento, con fondazioni robuste, rinforzate con barre zincate e miscele di calcestruzzo resistenti alla corrosione da acqua salata. La pelle esterna dell’osservatorio è un rivestimento metallico traforato, che dialoga con la luce dell’alba e del tramonto.

La vegetazione gioca un ruolo duplice: estetico e funzionale. Il parco reintegra due sistemi naturali d’origine: dune costiere vegetate e un area boccata tropicale di piante autoctone (come Green Buttonwood, Gumbo Limbo e Seagrape) che filtrano l’acqua piovana e l’acqua salata, fungendo da spugna durante le tempeste. Le radici di queste piante aiutano a stabilizzare le dune e trattenere la sabbia, contribuendo alla rigenerazione continua del profilo morfologico del parco.

Per il pavimento delle aree di gioco sono state usate superfici in gomma – morbide e elastiche – che sostituiscono l’asfalto e offrono un playground naturale: topografia modellata, senza gli usuali attrezzi fissi, invita a correre, saltare, sperimentare.
Sul limite nord del sito, emerge una piazza costiera condivisa, progettata per rallentare il traffico: un ombrello arboreo getta ombre leggere grazie al fogliame delle specie native, creando un microclima fresco anche sotto il sole della Florida.
Dal punto di vista costruttivo, la struttura dell’osservatorio ha una base robusta che resiste alle forze cicloniche: è progettata per sopportare vento forte, urti d’onda e sollecitazioni saline.
In termini di gestione delle acque: il progetto è capace di assorbire almeno 8,5 cm di pioggia in un’unico evento atmosferico, senza per altro ricorrere ad irrigazione artificiale una volta che le piante sono consolidate.
Il parco è anche un modello di resilienza ecologica e culturale: non solo protegge la costa, ma offre un luogo di soglia tra città e mare, dove infrastruttura, arte e natura convivono. L’osservatorio, con la sua struttura sospesa, diventa anche un’icona visiva, un “momento Instagram” (per quanto non ci piaccia il termine) pensato come opera d’arte pubblica che al tempo stesso protegge.
La scelta dei materiali, l’organizzazione delle piante, la morfologia delle dune non sono mai solo estetica: sono misure di adattamento al cambiamento climatico. Le dune proteggono, l’area boscata filtra, il parco respira come un organismo vivo in equilibrio con la furia del mare.

Infine, la progettazione: Lawrence Scarpa e Jeffrey Huber hanno condotto il progetto, con Huber impegnato da tempo nella ricerca su strategie di resilienza urbana, mentre PLAN(t) ha curato la parte paesaggistica. Il general contractor è Shiff Construction, che ha collaborato con il team per realizzare la visione architettonica e infrastrutturale.










