Riuso e km 0 in Lorena

Cosa fare di un edificio a destinazione commerciale ormai caduto in disuso e fonte di disagio urbano? La risposta dei più sarebbe stata quella: abbattetelo e ricostruite.
Quella del collettivo Studiolada (sei i partner che lo compongono) è invece stata: recuperiamo e trasformiamolo in una destinazione d’uso più utile!
Da qui il progetto di rifacimento, completato nel 2024, frutto di un concorso indetto nel 2020 per realizzare la nuova sede della comunità dei comuni Moselle et Madon in Lorena. Un progetto nato con l’intento di minimizzare l’impronta ambientale del nuovo costruito, utilizzando materiali ‘poveri’ come la terra cruda (estratta entro 20 km dal cantiere) non stabilizzata per i mattoni delle due pareti interne del nuovo edificio o il legno lamellare per le strutture portanti.

Dal punto di vista compositivo, la nuova sede comunale si relaziona al territorio grazie alle tre forme tronco coniche dei grandi lucernari di copertura, eco diretto dei pozzi di luce (e di ventilazione) che illuminavano le cucine delle tradizionali case lorenesi.
La nuova struttura nel complesso ha una superficie di 2.000 metri quadri, distribuiti su due piani, ed è composta da 12 portali in metallo e abete rosso locale dei Vosgi con interasse di 6 metri; interessante il principio produttivo dei mattoni in terra cruda: Studiolada che ha chiesto alla popolazione locale di contribuire al processo di realizzazione dei mattoni. La risposta è stata più che buona tanto che, con il contributo di tutti, ne sono stati realizzati 18.000 in un cantiere partecipativo di vaga woodstockiana memoria.


L’interno è distribuito longitudinalmente su due gallerie sovrapposte, quella superiore spezzata in due elementi distinti (sostenuti a sbalzo dalle travi, collegate da un corpo scala baricentrico a unica rampa a vista, anch’esso realizzati in legno, cosi come tutte le tamponature delle facciate esterne con gli elementi di copertura all’intradosso del tetto in pannelli di fibre di legno (che racchiudono un pacchetto isolante in lana di roccia dello spessore di 140 mm), mentre all’estradosso la tenuta alle intemperie è assicurata da un manto di pannelli servati in zinco nelle tonalità cromatiche del rosso.

La facciata esterna, infine, è caratterizzata da una scansione verticale data da travetti in abete locale (145x80) mm e da elementi in tamponamento, sempre in legno trattato per resistere alla pioggia (isolamento in pannelli rigidi di fibre di legno dello spessore di 40 mm).