- INFO POINT
- Di Silvano Lova
- Dove: Bergamo
- Stato: Cantiere
L’importanza del dettaglio urbano
Tasselli urbaniRiappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini, ricucitura del tessuto urbano degradato (non importa se in centro o in periferia) e, infine, riqualificazione degli spazi storici, anche in funzione turistica.
Tra funzione sociale e logiche economiche, le pubbliche Amministrazioni (ma anche i soggetti privati che realizzano opere di compensazione urbanistica) si stanno muovendo in tutta Italia per rigenerare le città che amministrano.
Da Milano ai piccoli Comuni dell’entroterra siciliano, la dinamica segue un fil rouge ben definito; cercare di utilizzare al meglio i fondi (europei, ma non solo) a disposizione per non farsi sfuggire l’occasione di migliorare gli spazi urbani per i propri cittadini (e per i turisti).
Tre interessanti considerazioni in proposito: l’attenzione alla qualità minuta delle opere realizzate che spesso, soprattutto nei Comuni più piccoli, riguarda interventi con importi economici e dimensionali contenuti e la tendenza a creare, negli esempi più virtuosi, una filiera di qualità che parte dalla Committenza e arriva fino alle imprese che realizzano fisicamente l’opera, passando ovviamente per i progettisti incaricati di immaginare l’intervento (non importa in questo caso se siano essi tecnici comunali o professionisti esterni vincitori di concorso). Infine la tendenza a tenere in considerazione aspetti di lungo periodo come i costi di manutenibilità degli interventi, l’impronta ambientale degli stessi e, più in generale, la loro compatibilità con ottiche e strategie di sviluppo sostenibile.
Abbiamo provato a fare il punto con un caso concreto, partendo dall’esperienza di una delle imprese impegnate in questi cantieri, attraverso alcuni interventi recentemente realizzati. Abbiamo quindi parlato con Mauro Carminati, titolare del gruppo Carba, e con lui abbiamo analizzato quattro interventi in Lombardia, in realtà urbane completamente diverse dal punto di vista dimensionale (da Milano, al Comune di Sospiro con i suoi 3.000 abitanti).
La qualità nel dettaglio minuto
Quando si parla di cantieri frutto di bandi di appalto pubblici, ovviamente non è possibile ignorare la variabile risorse a disposizione; ma se in passato questo è spesso stato un ostacolo sulla via della realizzazione di opere di qualità o peggio fonte di distorsioni delle logiche dell’appalto (con varianti in corso d’opera più o meno reali in grado di variare i costi finali di realizzazione in maniera sostanziale), oggi, grazie a bandi che privilegiano le offerte tecnicamente più valide (e a una maggiore attenzione del legislatore in proposito), è possibile individuare un punto di caduta comune che coniughi esigenze di bilancio e qualità realizzativa.
Affrontiamo con Mauro Carminati prima questo spinoso problema: “Senza dubbio, nei bandi delle gare pubbliche abbiamo registrato negli ultimi anni un notevole cambiamento; molti Comuni, infatti, almeno nelle aree dove operiamo come Carba, propongono bandi in cui molta importanza viene data al valore delle cosiddette offerte tecniche migliorative e, soprattutto, rispetto al passato, gli uffici tecnici comunali riescono a individuare un range corretto e reale del costo delle opere da realizzare, in modo da consentire alle imprese di lavorare in qualità e con un margine operativo corretto”.
“Ovviamente non nascondo che ci potrebbero ancora essere significativi miglioramenti, soprattutto in quei bandi in cui concorrono numerose imprese che, in alcuni casi, fanno offerte con margini di ribasso inconcepibili per realtà come la nostra che tendono a fornire qualità, nei tempi previsti dal cronoprogramma”.
Sottolinea Carminati : “Come Carba operiamo in Lombardia, una Regione in cui i bandi delle Amministrazioni Pubbliche per la riqualificazione dei tessuti urbani si sono moltiplicati negli ultimi anni, seguendo (parlo sempre in ottica generale) un processo virtuoso che mette i cittadini al centro di questi progetti. La conseguenza logica è un miglioramento delle nostre città che, tra l’altro, sono sempre più spesso meta di flussi turistici da tutto il Mondo”.
“Un altro aspetto da sottolineare è l’attenzione sempre maggiore a richiedere interventi che durino nel tempo e che garantiscano alla Pubblica Amministrazione costi di manutenzione corretti; non solo: l’attenzione alla riduzione dell’impronta ambientale dei cantieri è davvero diventato un driver reale (e non una moda); avere mezzi d’opera a basse emissioni ormai è fondamentale per accedere a molti bandi pubblici, ma impatta positivamente anche l’analisi dei materiali utilizzati e la loro provenienza (si privilegiano produzioni del territorio) per ridurre l’impatto sulla’ambiente dei costi di trasporto”.
“Siamo talmente convinti di questo aspetto non solo da aver implementato, negli ultimi anni, importanti investimenti nella flotta delle nostre macchine operatrici, ma anche di aver realizzato impianti propri di produzione di calcestruzzo e di asfalto a ridottissime emissioni ambientali. Infine, con un’impresa con cui collaboriamo, la Fratelli Testa di Ghisalba, abbiamo acquisito una cava di inerti sul territorio, anche per conferire, secondo la legge, le terre e rocce da scavo dei nostri cantieri, senza lunghi trasporti con i nostri mezzi da cantiere”.
Conclude Carminati: “Realizzare oggi cantieri di ricucitura e riqualificazione urbana richiede una importante preparazione a tutti i livelli, ma dà anche notevoli soddisfazioni quando ci troviamo a camminare per le piazze e le strade che abbiamo contribuito a riqualificare".
Un aspetto questo che ci sprona a continuare a investire, cercando la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo di riqualificazione urbana, dato che siamo convinti che solo lavorando insieme riusciremo a garantire ai cittadini il migliore risultato.
A fianco della Musica
Il primo cantiere che visitiamo è letteralmente nel cuore di Milano, a fianco della Scala; qui la società francese Ardian, contestualmente alla riqualificazione dello storico palazzo in via Santa Margherita 11, a Milano, ha sovvenzionato la rigenerazione urbana di Via Santa Margherita e Piazza Paolo Ferrari, nei pressi della Scala.
Il progetto di Freyrie Flores Architettura e MIC-HUB è stato pensato per restituire ai pedoni uno spazio pubblico di qualità nel centro storico e alla città e ai suoi abitanti uno spazio vivibile e sicuro per tutti, grazie ad un ampliamento dello spazio pedonale e una revisione della viabilità veicolare.
La rigenerazione delle aree pubbliche ha consentito l’ampliamento dei marciapiedi di via Santa Margherita, la sostituzione dell’asfalto con una nuova pavimentazione e illuminazione di Vicolo Malagodi. Piazza Ferrari è stata valorizzata e pedonalizzata al servizio della comunità.
Il cantiere ha ovviamente interessato il rifacimento delle pavimentazioni e dei sottoservizi; in particolare in via Santa Margherita è stato realizzato per un lungo tratto un importante allargamento dei marciapiedi (fino a 5 metri), sostituendo l’asfalto con il granito, e rimuovendo i posti moto lungo la carreggiata.
Per quel che riguarda Piazza Ferrari, aspetto particolarmente interessante all’interno del progetto, la pavimentazione è stata riqualificata (anche con il recupero delle vecchie pietre) in funzione della sua pedonalizzazione, creando l’ingresso principale al palazzo dell’ex sede della Monte dei Paschi, che verrà ristrutturato per ospitare uffici con concezione funzionale moderna.
Dopo il rifacimento del sottofondo, sono stati posati 450 metri quadri di nuova pavimentazione in lastre di granito, con la disposizione di fioriere, panche e dissuasori per il traffico veicolare; interessante anche la sistemazione dell’angusto passaggio Malagodi, con la sua completa ripavimentazione e la predisposizione per la nuova illuminazione su pali (e non più sospesa).
La ripavimentazione di via Santa Margherita ha anche previsto, come ormai in tutte le contemporanee pavimentazioni milanesi, la predisposizione di un percorso, estremamente completo e articolato, per non vedenti o ipovedenti, con la posa di elementi con superfici a evidenziazione tattile.
"Dal punto di vista dimensionale, l’ìntervento di via Santa Margherita e piazza Ferrari, non presentava particolari difficoltà “- sottolinea Mauro Carminati, che continua “la vera sfida era definita dalla posizione del cantiere, in uno dei luoghi iconici di Milano, a pochissimi passi dalla Scala. Un luogo pieno di storia dove non era concesso sbagliare”.
“Per questo abbiamo fin da subito posto non solo la massima attenzione sulla qualità delle lavorazioni, ma anche sul recupero delle pavimentazioni storiche che sono state posate nuovamente, abbinandole con tratti di materiale nuovo. Ovviamente abbiamo eliminato completamente le superficii in asfalto e abbiamo gestito con estrema cura le criticità geometriche derivanti dalle tessiture differenti delle varie aree da pavimentare”.
Conclude Carminati : “Il risultato, di cui siamo davvero orgogliosi, è una pavimentazione in cui vecchio e nuovo si incontrano armoniosamente, definendo con chiarezza (anche grazie ai nuovi dissuasori, le aree pedonali”.
Un cuore che torna a battere
Da Milano a Bergamo i chilometri sono pochi e le due città hanno una lunghissima storia in comune nelle costruzioni (i muratori bergamaschi hanno costruito letteralmente milano e continuano a farlo tutt’ora, spostandosi con i loro furgoncini lungo l’A4).
Il cantiere è quello del Sentierone, uno dei più famosi viali di Bergamo, per la precisione il lotto 2 dell’articolato processo di riqualificazione urbana voluto dall’Amministrazione cittadina. L’asse rappresenta uno dei punti più conosciuti della città bassa e vi si affacciano diversi esercizi commerciali e rilevanti luoghi di interesse come il Teatro Gaetano Donizetti e la chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano.
Costruito nel 1620, collegava la chiesa di San Bartolomeo al convento di Santa Lucia, presso il quale sorge palazzo Frizzoni , il municipio della città. Sempre agli inizi del Seicento, il podestà Niccolò Gussoni decise di modificare il viale, facendolo lastricare e disponendo la costruzione delle Colonne di Prato, ancora oggi confine ideale tra il Sentierone e via XX Settembre.
Nel Novecento è stato interessato dall’ammodernamento del centro cittadino, a opera di Marcello Piacentini, con la costruzione del cosiddetto Quadriportico, che si affaccia sul viale stesso e che ospita piazza Dante Alighieri.
L’Amministrazione Comunale di Bergamo nel 2018 ha bandito un concorso internazionale per la riqualificazione del Sentierone, il cui cantiere è organizzato su tre Lotti principali, il secondo dei quali affidato al gruppo Carba.
Il progetto della riqualificazione del Sentierone si basa su un assunto fondamentale: rendere più accoglienti e vibibili, per i cittadini e i turisti, gli spazi di questo asse fondamentale per la città di Bergamo. A questo scopo è stata programmata la rimozione completa dell’asfalto presente nell’area di cantiere, realizzando le nuove pavimentazioni in granito di vari formati (proprio per dare movimento alla tessitura delle superfici pavimentali) con particolare attenzione alla rimozione completa della barriere architettoniche.
Più verde
Insieme alle operazioni di ripavimentazione, sono stati notevolmente allargati gli spazi verdi della piazza, con l’obiettivo di renderli un vero giardino, aumentando il numero di alberature nell’area.
Anche nel tratto compreso tra la chiesa di San Bartolomeo e il Teatro Donizetti l’asfalto è stato completamente rimosso ed è stata allargata la superficie in erba lungo l’asse principale del centro novecentesco di Bergamo. È stato realizzato, anche su richiesta di Uniacque (la municipalizzata che gestisce i servizi idrici di Bergamo), un canale per il drenaggio delle acque lungo il filare di alberi al centro, senza intaccare le radici di alcuno degli alberi del Sentierone.
Uno dei dettagli di progetto più intriganti previsto dai progettisti sono state senza dubbio le lamine in bronzo con incisi i versi tratti dalle opere di Gaetano Donizetti, a cui sono dedicati il Teatro, che si affaccia sul tratto del Lotto 2 del Sentierone, e la fontana munumentale al suo fianco.
Il disegno progettuale dei manufatti da realizzare in integrazione con le nuove pavimentazioni del lotto 2 del Sentierone era estremamente raffinato e articolato. Sono state realizzati ad hoc elementi in granito (sedute, cordoli e perimetrazioni) che hanno richiesto un disegno attento e puntuale (ad esempio negli elementi attorno ai fusti degli alberi esistenti), mantenendo però in modo rigoroso gli elementi storici fondamentali del Sentierone, come la fontana dedicata a Donizzetti, dove è stata preservata la storica perimetrazione in sasso di fiume cementato, integrandola con la nuova, in granito, molto più lineare e funzionale.
Anche i sottoservizi sono stati realizzati per svolgere la loro funzione senza quasi essere percepiti dai cittadini: un esempio è il canale di raccolta delle acque piovane baricentrico dell’intero intervento che garantisce una importante portata di smaltimento, pur manifestandosi visivamente come un semplice e lineare tratto interruttivo della pavimentazione in cubetti che è stata posata tra i due filari di alberi (dove, di fronte al teatro Donizzetti, sono state messe in opera anche una serie di sedute in legno dal design particolarmente gradevole).
Mauro Carminati, sottolinea come: “Personalmente sono molto orgoglioso che Carba sia stata incaricata di realizzare i lavori del secondo lotto della riqualificazione del centro Piacentiniano con particolare focus sul tratto di Sentierone che si estende davanti al Teatro Donizetti. Siamo un’azienda del Territorio e ci siamo sentiti onorati dell’incarico che ha reso la nostra città ancora più bella”.
“Per questo- continua Carminati – abbiamo dedicato ancora maggiore energia nei lavori per rispettare i tempi del cronoprogramma in modo da restituire la fruibilità degli spazi ai bergamaschi in tempo per la nuova stagione del Teatro e per le fiere che il Sentierone ospita ogni anno. Il tutto ovviamente lavorando con l’obiettivo di realizzare un’opera al top come qualità, destinata a durare nel tempo“.
Ritessitura urbana con un occhio alla storia
Dai capoluoghi ci spostiamo nei piccoli centri lombardi, non per questo meno attenti alle riqualificazioni urbane: un esempio, il Comune di Sospiro, di soli 3000 abitanti, che ha concluso un importante intervento di ricucitura urbana che ha riguardato la piazza principale del paese.
Un nuovo contesto per la storia
Il rifacimento complessivo di Piazza Libertà è volto a restituire alla cittadinanza un luogo di aggregazione e di ricucire il tessuto urbano evidenziandone le specificità e la Storia.
Il progetto dell’architetto Andrea Nolli prevedeva un’attenta e curata gestione delle pavimentazioni, progettate con attenzione per richiamare le caratteristiche storiche del sito.
Il progetto elaborato dall’architetto Nolli, trae origine dall’approfondita rilettura del luogo, dalle sue stratificazioni storiche, articolando un nuovo sistema di relazioni che valorizzano quanto già presente, con il fine di creare un nuovo spazio pubblico/simbolico, che racchiuda al suo interno le tracce del passato e del possibile futuro di questo luogo.
L’elemento cardine di tutto il progetto è il forte legame percettivo prodotto dal dialogo che si instaura tra la Villa Cattaneo ed il Comune. L’edificio comunale è, ed è stato pensato come quinta scenica (fondale prospettico) del giardino di Fondazione Sospiro. L’asse centrale è considerato come un vuoto imprescindibile da rispettare e come punto di vista e di connessione prediletto tra la villa Cattaneo ed il palazzo Comunale.
La volontà di esprimere gerarchie spaziali ha posto la necessità di creare dei limiti precisi alla piazza. La giacitura prodotta dall’edificio che ospita la sede dei carabinieri è stata ripetuta sul lato opposto creando un vuoto simmetrico. In questo modo lo spazio è inteso come racchiuso all’interno dei due lati corti, forzando la prospettiva sul giardino della villa. Questo effetto è inoltre confermato dal posizionamento di due filari di alberi, situati alle estremità laterali della piazza a fungere da filtro per gli edifici circostanti.
L’unica eccezione, prevista dall’architetto Nolli, alla struttura simmetrica del progetto è costituta dall’asse diagonale che attraversa la piazza, creando un percorso alternativo, privilegiato, per il raggiungimento dell’angolo sud-est del Palazzo Comunale, dove risulta collocato l’ingresso della palestra comunale.
La ripavimentazione della piazza ha consentito inoltre di regolamentare gli spazi a disposizione per la sosta, separandoli nettamente da quelli a fruizione pedonale; dal punto di vista della posa delle pavimentazioni, la scelta è stata quella di realizzare quelle dei posti auto in piccoli elementi di granito. Per evitare un precoce ammaloramento delle pavimentazioni dovuto al peso delle auto, in quest’area le pavimentazioni sono state trattate diversamente dal resto dell’intervento. Le aree di sosta sono state definite o da aree piantumate a verde o da cordoli in granito, in modo da evitare i parcheggi impropri che avrebbero potuto compromettere la fruizione della nuova piazza.
La sfida di piazza Libertà era tutta giocata sulla qualità del dettaglio, come conferma anche Mauro Carminati : “Qui a Sospiro il progetto aveva un livello qualitativo estremamente elevato, assegnando alle nuove pavimentazoni un ruolo cardine nella ricucitura della piazza. Proprio per questo la nostra attenzione nella posa è stata massima, soprattutto in alcune aree estremamente delicate come i punti di incontro tra materiali di pavimentazione differenti o le grandi superfici pavimentate con elementi lapidei di piccolo formato (in questo caso la gestione degli allineamenti prospettici è stata fondamentale). Inoltre, abbiamo messo particolare cura nella realizzazione dei tratti pavimentati con pietre di fiume: si tratta di una posa apparentemente semplice, ma che richiede grande capacità e sensibilità da parte degli operatori per ottenere risultati estetici (e cromatici) equilibrati e gradevoli alla vista”.
Semplice essenzialità
Chiudiamo con un progetto semplice, ma coerente nella propria essenzialità, volta proprio alla ricucitura del tessuto urbano; parliamo del progetto della nuova piazza Indipendenza di Palazzolo sull’Oglio che nasce dall’esigenza di dare continuità relazionale al rapporto tra la chiesa di San Pancrazio e le altre cortine edilizie che affacciano sulla piazza (soprattutto il porticato che corre parallelo al lato opposto della facciata della chiesa).
Il nuovo disegno della pavimentazione, realizzata in blocchi di granito posati a coda di pavone, attribuisce questo ruolo al disegno di una mandorla, che ha il suo asse principale che media tra la facciata della chiesa e il portico.
La mandorla, con la sua conformazione, inoltre, assolve a due altri compiti ben precisi: da una parte attribuisce un più elevato valore architettonico alla piazza e dall’altra contribuisce a regolare il traffico veicolare (la piazza, realizzata a raso, è infatti percorribile dalle auto).
Un intervento apparentemente semplice, ma che ha richiesto attenzione nella posa dei nuovi elementi pavimentali (rispetto alla pavimentazione precedente è stato privilegiato un unico formato di pietra, che si estende senza soluzione di continuità su tutta l’area di intervento), che dovevano rispondere ai carichi dinamici del traffico veicolare, garantendo bassi costi di manutenzione nel tempo.
"La scelta di mantenere il controllo su tutta la filiera del cantiere è la nostra carta vincente che ci consente di mantenere standard di qualità davvero elevati” – sottolinea Mauro Carminati che continua – “con il recente acquisto all’inizio del 2025 della cava di inerti di Palosco, abbiamo chiuso un cerchio che ci consente di avere in house tutti i componenti del cantiere (tranne ovviamente la pietra); qui a Palazzolo, infatti, abbiamo fornito i calcestruzzi del nostro impianto di Soncino, da cui provengono anche gli asfalti, entrambi realizzati con gli inerti delle nostre cave”.
Non solo questo vuol dire massima qualità dei manufatti che realizziamo, ma anche tempistiche di cantiere certe, dato che non dobbiamo dipendere da fornitori esterni per una gran parte dei materiali che impieghiamo.
“Come nostra consuetudine anche il cantiere di Palazzolo è stato realizzato ‘chiavi in mano’, comprensivo della predisposizione di tutti i sottoservizi necessari: dallo smaltimento acque meteoriche alla predisposizione degli impianti elettrici per l’illuminazione fino alla fornitura e posa degli elementi di arredo urbano”.
Conclude Carminati: "Siamo un impresa abituata a dialogare con progettisti e committenti per attivare sinergie che prevengano eventuali problemi e, nel caso ci siano, per risolverli assieme“.