Il legno e il portico (ma anche il tetto)
L'edificio che ospita l’Academy Philip Morris a Crespellano (Bologna) è il risultato di una completa rivisitazione, curata dallo studio romano Urban-Gap, di un progetto preliminare esistente che ne assorbe il programma funzionale, ma che ne rivoluziona gli spazi interni e l'architettura stessa dell’edificio.
Un edificio ecosostenibile, autosufficiente e green, sensibile alle tematiche ambientali emergenti in grado di soddisfare sia le esigenze della committenza sia di rimanere in un budget prefissato, concepito per contenere aule e laboratori per la formazione professionale del mondo manifatturiero per l'industria 4.0.

Le scelte progettuali sono state mirate a raccordare armoniosamente il nuovo edificio al contesto architettonico contemporaneo di recente costruzione della Philip Morris Factory. Ci si è ispirati alla storia architettonica della vicina città di Bologna: i portici bolognesi rappresentano un importante patrimonio architettonico e culturale per la città e ne sono il simbolo insieme alle numerose torri, un bene culturale italiano, "patrimonio dell'umanità" dell’UNESCO.
Il Progetto attinge a questa idea di protezione e schermatura per realizzare una particolare soluzione che ne definisce il carattere architettonico e permette al corpo di fabbrica completamente vetrato di essere protetto dall'irraggiamento solare diretto.

Una pergola continua infatti realizza una schermatura permeabile che offre l'occasione per una pelle verde avvolgente e un sistema di pannelli fotovoltaici integrati. Il tetto giardino completa l’edificio, regalando una opportunità unica nel recupero di un'area importante definita dall’impronta a terra stesso dell'edificio e ridisegna uno spazio outdoor prezioso, restituendo un'area di giardino altrimenti persa per sempre.
I progettisti hanno scelto una struttura portante in legno lamellare dalle ottime prestazioni. Le strategie di eco-sostenibilità a salvaguardia dell'ambiente sono diverse e complesse: prima tra tutte l'esposizione dell'edificio che permette nei mesi invernali di godere del massimo apporto solare, con ampie vetrate perimetrali, contribuendo a migliorare la performance di risparmio energetico, mentre in estate le pergole e il tetto giardino offrono un ottimo isolamento termico riducendo sensibilmente, le entrate di calore dalla copertura.
Grandi portali in legno a vista scandiscono gli spazi interni e all'esterno la struttura lignea è presente nei pergolati continui a protezione della facciata vetrata, il solaio in legno è in grado di contenere un tetto giardino calpestabile.
I pergolati sono realizzati in una struttura di legno lamellare a vista e sostengono un Brise Soleil metallico color corten che prevede la posa per una pelle verde avvolgente. Inoltre, la struttura è capace di integrare alla sommità i pannelli fotovoltaici per il fabbisogno energetico. Uno spazio outdoor protetto, naturale estensione dello spazio interno.


La copertura a tetto giardino è un aspetto chiave dell'approccio sostenibile alla progettazione; il tetto giardino accoglie un manto erboso con piante, alberi sempre verdi come l'ulivo, la photinia e il pero con il ciliegio a foglia caduca, mentre gli arbusti e piante aromatiche come il rosmarino, la salvia, la lavanda e il timo disegnano con lunghe fasce verdi, le diverse tonalità del giardino, facendo diventare questo, uno degli aspetti peculiari dell'intero progetto.
Numerosi i vantaggi di questa scelta progettuale, il primo tra tutti è la drastica riduzione del fenomeno "isola di calore" con produzione di ossigeno e regolazione dell'umidità atmosferica. Il manto erboso e le piante proteggono infatti non solo dall'irraggiamento solare, ma anche dai grandi sbalzi di temperatura, contribuendo a garantire un microclima ideale con conseguente risparmio energetico.
La manutenzione, solitamente un aspetto debole di questo tipo di soluzioni, è particolarmente poco esigente grazie all'uso di particolari essenze molto resistenti che hanno bisogno di limitato fabbisogno idrico. Buon impatto anche per quel che riguarda Il recupero delle acque meteoriche, un processo che inizia proprio attraverso il manto erboso del tetto giardino che, grazie alla elevata capacità di accumulo ed il lento rilascio delle acque da parte del substrato e dell'elemento drenante, contribuisce alla riduzione della velocità di flusso delle acque, allungando i tempi di drenaggio.