Architettura come respiro urbano
Sulla riva settentrionale dell’IJ, di fronte alla stazione centrale di Amsterdam, si erge The Bow, il nuovo edificio residenziale firmato Orange Architects , completato nel 2024 e già destinato a ridefinire il paesaggio di Overhoeks, il quartiere che incarna l’anima più dinamica e contemporanea della capitale olandese.
Con i suoi 108 appartamenti – 67 in affitto e 41 di proprietà – distribuiti attorno a tre nuclei verticali, The Bow si presenta come un monolite scolpito, un volume in mattoni che, lungi dall’essere rigido, si apre in due recessi verdi, autentiche oasi sospese che trasformano la densità urbana in respiro. Questi giardini verticali non sono solo cornici estetiche, ma spazi di socialità e di luce, ingressi che si dilatano in lobby comuni concepite come salotti condivisi.


La geometria è al tempo stesso rigorosa e fluida: gli angoli arrotondati ammorbidiscono il corpo rettangolare, mentre gli arretramenti dei piani superiori disegnano ampie terrazze panoramiche. Il risultato è un edificio che dialoga con la metropoli circostante senza imporle ombra, lasciando filtrare la luce fino al livello stradale e regalando viste inattese verso i giardini interni.
Ma è soprattutto nella materia che The Bow rivela la sua identità: una pelle di mattoni lavorata come un tessuto prezioso, in cui le tonalità cambiano gradualmente dal grigio-bruno della base, attraversano il cappuccino dei livelli mediani e sfumano fino al bianco lucente degli attici. Una scala cromatica che evoca il tempo, la stratificazione, il passaggio dall’intimità del suolo alla leggerezza del cielo.
Con una superficie complessiva di 12.275 metri quadrati, l’edificio integra funzioni miste: appartamenti, spazi retail a livello strada lungo Docklandseweg, un parcheggio interrato e ampi depositi per biciclette, coerenti con lo spirito sostenibile di Amsterdam. La sostenibilità non è un dettaglio ma una regola: pannelli solari in copertura, un sistema di accumulo termico (TES) per il riscaldamento e il raffrescamento stagionale, ventilazione con recupero di calore e aperture generose che riducono al minimo la dipendenza dall’illuminazione artificiale.
Il progetto nasce nel 2017 da un incarico di Amvest e porta la firma di un team guidato da Jeroen Schipper insieme a Bas Kegge, Max Hissink, Mario Acosta, Angeliki Chantzopoulou, Dirk Hovens, Lars Fraij, Athanasia Kalaitzidou e Anna Kolasa.
L’impianto urbanistico è stato sviluppato da Geurst & Schulze, con la consulenza di diversi studi tecnici tra cui dioCON, Mabutec, DGMR, Basalt Bouwadvies e Bureau Sant en Co. Il cantiere è stato affidato a Kondor Wessels Amsterdam.
Così The Bow diventa più di un edificio: è un manifesto urbano. La sua forza monolitica è bilanciata dalla leggerezza degli spazi verdi, la sua materia densa vibra di luce e di gradazioni cromatiche, la sua presenza solida accoglie il fluire della vita quotidiana. È architettura che non impone, ma invita; che non chiude, ma apre; che non sottrae, ma restituisce.

In questo equilibrio tra natura e costruzione, tra memoria del mattone e tecnologia invisibile, Amsterdam trova una nuova icona: un arco teso tra la città e il suo futuro, un segno che non si limita a essere abitato, ma che insegna a vivere lo spazio come relazione.