Volumi che intrecciano visioni

Il Robert Day Sciences Center, il nuovo gioiello accademico del Claremont McKenna College, si alza come un crocevia di idee e discipline. Ideato da BIG – Bjarke Ingels Group e costruito ai piedi delle San Gabriel Mountains, il centro interpreta nei suoi volumi in torsione una visione audace dell’educazione scientifica, dove i confini tra laboratorio, aula e territorio si dissolvono. Il 25 agosto 2025 è stata aperta agli studenti, mentre una cerimonia pubblica ne ha sancito l’inaugurazione il 26 settembre.
Camminando attraverso il campus verso l’oriente, si intuisce il nuovo portale che il Robert Day Center costituisce: un edificio che “estende il north mall in una zigzagata serie di mall” e apre la propria forma in dialogo con il resto del campus. Ogni piano è ruotato di 45 gradi rispetto al precedente, generando una struttura in “Jenga-style” che lascia vuoti e giochi di luce: l’edificio diventa un organismo vivo, capace di accogliere flussi di sguardi, relazioni e ricerca.
All’interno, un atrio a tutta altezza si apre al cielo e mette in comunicazione ogni livello. Le facciate più corte sono vetrate, offrendo visuali affascinanti sulle attività dei laboratori, mentre i lati lunghi sono segnati da travi triangolate rivestite in legno che richiamano una tessitura materica tra interno ed esterno. Le terrazze all’esterno, otto in totale, presidiano il panorama: scorci sulle montagne a nord, spazi di incontro, classi all’aperto che si affacciano sul campus e sull’orizzonte del “sports bowl” a est.
Il progetto non è solo estetica: il complesso mira alla certificazione LEED Gold e incorpora pannelli solari per sostenere parte del proprio fabbisogno energetico. Nel prospetto composito, pannelli di calcestruzzo fibrorinforzato a stampo ligneo imitano texture naturali, unendo durabilità e identità tattile.
All’interno, gli spazi sono concepiti per promuovere interdisciplinarità e contaminazione tra discipline: il nuovo dipartimento Kravis di Scienze Integrate (KDIS) riunisce biologia, neuroscienze, studi sul clima, calcolo e scienze computazionali in un ambiente che vuole “rompere i silos”.


Le aree come l’Innovation Studio, la Quantum Library, l“Agora” e le aule modulabili diventano luoghi di incontro, sperimentazione, dibattito e divulgazione. In uno spazio sospeso a 30 piedi si libra l’installazione “Magnetic Field” di Damien Ortega, un’opera scultorea che richiama la magnetosfera terrestre attraverso anelli e sfere in vetro, offrendo un richiamo simbolico alla connessione fra scienza, arte e cosmo.
Il baricentro visivo è lo scalone monumentale che attraversa l’atrio: non solo un elemento di collegamento verticale, ma uno spazio sociale dove condensare letture, discussioni e occasioni improvvise di incontro. In questo angolo fluido, l’architettura si fa atmosfera: caldo il legno, nitide le geometrie, trasparenti le relazioni fra ambiente esterno e interno.
L’apertura ufficiale ha segnato una pietra miliare per CMC: l’edificio non solo ospiterà circa 1.400 studenti e centri di ricerca, ma è il primo edificio completato del masterplan Roberts Campus, che contempla estensioni del mall, spazi accademici, zone residenziali e sportive. Il nuovo complesso scolastico mira quindi a ridefinire il volto del campus, collegando fisico e intellettuale, territorio e scienza.
In un’epoca in cui le sfide planetarie attraversano i confini disciplinari, il Robert Day Sciences Center propone un manifesto della ricerca: un edificio che non nasconde i processi, ma li rende visibili, che non isola i saperi, ma li intreccia. È un crocevia di sguardi e immaginari — e la promessa che l’edificio diventi un incubatore di nuove generazioni capaci di abitare la complessità del nostro tempo.