Xenon e non è un Transformers
Progettato dallo studio Jaspers Eyers Architects , Xenon è un edificio per uffici che si inserisce in una lottizzazione terziaria chiamata Park 7 che sorge nella cittadina di Mecheleg; nell’ottica della Committenza, Park 7 è destinata ad accogliere un’utenza illuminata, disposta a investire in un’ottica di sostenibilità ambientale e di riduzione della carbon footprint della nuova edilizia.
Situato vicino alla capitale europea Bruxelles e a pochi minuti dal più grande aeroporto del Belgio, questo campus verde prevede tre edifici, di cui quello progettato da Jaspers Eyers Architects è l’ultimo ad essere costruito, preceduto da altre due strutture (entrambe con nomi immaginifici, nell’attuale tendenza di marketing di identificare gli edifici da collocare sul mercato con una indipendente comunicazione sia visiva sia concettuale: Onyx e Amber).
Tra l’altro, la Commitenza (l’immobiliare belga Immogra, ndr) si è mossa con oculatezza, costruendo gli edifici uno dopo l’altro, partendo da Amber, acquisito integralmente dal colosso 3M.


Xenon, come le altre due strutture, punta tutto sulla sostenibilità ambientale, oltreché sulla creazione di spazi di lavoro a misura d’uomo; l’edificio, che sorge su un basamento sopraelevato (che da l’accesso ai garage) si sviluppa per 10.933 m2 su 9 piani, con numerosi parcheggi e strutture per biciclette.
Xenon è classificato in classe A+++ ed è progettato per offrire caratteristiche all'avanguardia come la ventilazione completamente naturale, l'illuminazione a LED ad alta efficienza energetica con rilevamento di presenza e un sistema di gestione dell'edificio per un monitoraggio efficiente del consumo energetico.
Come dicevamo, la sostenibilità è al centro del progetto di Jaspers Eyers Architects per Xenon, che prevede anche sistemi di recupero dell'acqua piovana, pannelli fotovoltaici e una bassa impronta di carbonio, in linea con i valori eco-consapevoli.
Completa l’intervento un grande parco, al servizio dei tre edifici; tutto molto bello, molto verde e molto sostenibile, ma, osservando la foto aerea dell’area in cui sorge l’intervento, non riusciamo a non avere l’impressione di un tessuto urbanistico frammentato, davvero poco coeso, in cui architetture isolate (alcune, come questa, di ottimo portato tecnologico) hanno preso il posto degli altrettanto isolati capannoni industriali che vi sorgevano prima.