La fluidità come risposta alla crisi abitativa (forse)
Los Angeles vive oggi una crisi abitativa che è insieme economica, sociale e culturale. I prezzi salgono come se non avessero gravità, gli affitti inghiottono i salari, mentre il tessuto urbano si lacera sotto la pressione di una popolazione che cresce e di un mercato immobiliare che non sa più restituire equilibrio.
Le distanze tra chi può e chi non può si allargano, e la "casa" si trasforma da diritto a miraggio. In questo panorama complesso, la città cerca nuove risposte: spazi che sappiano adattarsi, modelli che sappiano condividere, architetture capaci di immaginare forme alternative di abitare. È in questa faglia viva e instabile che nasce CMADU, come un gesto concreto — e poetico — verso un futuro abitativo più flessibile, più umano, più possibile.


Tra le pieghe frenetiche di Los Angeles, CMADU prende forma come un organismo architettonico che sfugge alla rigidità dell'edilizia tradizionale. Progettato dallo studio FreelandBuck, l'edificio non è un semplice contenitore di unità residenziali, ma un sistema adattivo, capace di rispecchiare la fluidità delle vite che lo abitano.
Il progetto nasce dalla necessità di ripensare il modello della casa in un'epoca di cambiamenti rapidi: famiglie che si trasformano, nuclei che si espandono o si contraggono, modalità di convivenza che si reinventano. CMADU risponde con una struttura modulare, in cui gli spazi possono essere riconfigurati, condivisi, riassemblati, senza che l'armonia complessiva venga meno.
L'approccio di FreelandBuck — già evidente in opere come Stack House e Second House — unisce rigore geometrico e sensibilità per lo spazio vissuto. Nei loro progetti, i volumi dialogano tra loro come voci sovrapposte: si intrecciano, si sfiorano, si aprono, si richiudono. CMADU porta questa ricerca oltre la dimensione formale, trasformandola in una riflessione sociale.
Qui la modularità non è un gioco compositivo, ma un'infrastruttura emotiva: permette alle relazioni di espandersi, ai confini di farsi permeabili, ai legami di abitare lo spazio senza costrizioni.
In una città dove la solitudine urbana è sempre dietro l'angolo, CMADU propone un modello diverso: un equilibrio raro tra comunità e privacy, tra vicinanza e autonomia. Gli spazi non sono compartimenti stagni, ma luoghi fluidi, pronti ad accogliere il convivere come valore e non come necessità.
Di fronte all'urgenza abitativa di Los Angeles, CMADU si offre come alternativa possibile: una tipologia che non teme il cambiamento, un modello che valorizza l'elasticità delle relazioni, un gesto architettonico che guarda al futuro senza dimenticare la fragilità del presente.
Così l'edificio diventa più di una casa: diventa promessa. Una promessa di spazi che ascoltano, di comunità che si riconoscono, di città che ritrovano la capacità di accogliere.








