Onde di speranza
Nel riflesso liquido della baia di Guajaré Bay, dove il respiro dell'acqua e del fiume incontra quello del vento e del cielo, nasce un nuovo spazio — lieve, sospeso, vitale. AquaPraça, piattaforma galleggiante di 400 metri quadrati nata dalla collaborazione tra CRA-Carlo Ratti Associati e Höweler + Yoon , attraversa oceani e confini per trasformarsi in piazza del mondo: prima alla Biennale di Architettura di Venezia 2025, poi come cuore pulsante del padiglione italiano alla COP30 a Belém, in Brasile.

AquaPraça non si limita a galleggiare: vive con le maree. Il principio di Archimede, applicato grazie a una struttura subacquea calibrata, le consente di adattarsi dinamicamente alle variazioni del livello dell'acqua e all'occupazione umana. Così la piazza rimane sempre vicina al mare — avanti o indietro, nell'equilibrio costante di dislocamento e galleggiamento — offrendo ai visitatori il frammento poetico di un'esistenza in bilico tra stabile e fluido.
Con i suoi 400 m2 è pensata per accogliere oltre 150 persone tra eventi, workshop, simposi, mostre —una "agorà acquatica" dove architettura, sapere e cittadinanza si incontrano sul livello dell'acqua.
Il suo debutto alla Biennale 2025 è stato solo l'inizio: da lì è partita per il suo viaggio transoceanico fino all'Amazzonia, a incarnare — in un solo gesto — la capacità dell'architettura di reinventarsi come strumento di adattamento e memoria collettiva.
AquaPraça è frutto di un'alleanza internazionale: tra istituzioni (i ministeri italiani per l'Ambiente e gli Affari Esteri), attori globali come il programma Connect4Climate della World Bank Group, l'istituto agricolo CIHEAM Bari, e soggetti privati come sponsor e costruttori. Ogni elemento — dal metallo strutturale, all'ingegneria, al design — racconta un patto con l'acqua, con la trasformazione, con il futuro.

Il senso profondo di questo gesto risuona nelle parole del co-fondatore di CRA: "Con AquaPraça guardiamo al futuro — un'architettura che dialoga con la natura, non la domina." Così, in continuità ideale con la storia dell'architettura galleggiante (dal teatro sul mare, al contemporaneo), la piazza diventa metafora di un mondo che cambia, ma che non perde l'abitudine all'incontro, alla comunità, alla condivisione.
A Belém, quando le sue travi si sono appoggiate sulle acque della baia, AquaPraça non è stata solo un'installazione, ma un atto di fiducia: nella capacità delle società di reinventarsi intorno all'acqua, di confrontarsi col cambiamento, di immaginare nuovi spazi di partecipazione. Così la soglia tra terra e mare si dissolve, e la città fluttua —con noi — verso un orizzonte possibile di rigenerazione e speranza.






