Trasparenze che riscrivono Buenos Aires
Nel cuore pulsante di Buenos Aires, lungo il viale dell'Avenida del Libertador, sorge la VILO Tower: sedici piani di vetro, luce e visione, firmati Rafael Viñoly – il suo ultimo omaggio architettonico a una città che fu culla e ispirazione. La costruzione, sede della Corporación América, non è solo un edificio, ma un manifesto di trasparenza e responsabilità civile.
I prospetti, completamente vetrati, si articolano in quattro facciate "full-glazed" che elevano – letteralmente – il confine tra dentro e fuori: angoli curvi di vetro privo di montanti visibili dissolvono la solidità che separa l'anima pubblica della città da quella privata del lavoro. I 60 metri che si alzano verso il cielo raccontano una continuità visiva, in cui il paesaggio urbano diventa cornice e soggetto allo stesso tempo.

La struttura è ibrida: nucleo, colonne e solai in cemento, ma caratterizzata da moduli su due livelli e mezzanini sospesi che generano spazi intermedi, variegati. Una scala a forbice, "scissor stair", si innalza quasi scolpita nella trasparenza, liberando il nucleo centrale e invitando alla connessione – tra piani, tra persone, tra l'edificio stesso e la metropoli che lo circonda. L'architettura diventa esperienza di comunità, non mera somma di uffici. I dettagli strutturali – le aste metalliche a tensione esposte, le travi in cemento perimetrali – non sono decorativi: sono dichiarazioni di onestà costruita, simboli di un'arte che non nasconde la fatica del sostegno, ma la celebra.

Nel rispetto dell'ambiente, la VILO Tower reinventa l'edificio contemporaneo: vetri a doppia lastra ad alte prestazioni, pannelli solari integrati, impianti idrici a basso consumo, illuminazione LED, e un sistema integrato di gestione dell'edificio che governa l'uso delle risorse. L'obiettivo è audace e lineare: ottenere la certificazione LEED v4 Core and Shell Gold. Non un vezzo, ma un impegno concreto, coerente con la missione di Virioly Architects di dare forma alla sostenibilità nella permanenza — di costruire non solo per oggi, ma per un domani che merita radici forti.
Alla base della torre, lo sforzo è quello di una rigenerazione urbana: un piano terreno triplo d'altezza si configura come una serra urbana, concepita per ospitare un ristorante e funzioni pubbliche; una scenografica scala elicoidale in aggetto discesa accoglie il visitatore, segnando un passaggio potente fra la città esterna e l'intimità interna. Sopra, una terrazza panoramica fa da cima a questa esperienza: vista sul fiume, vista sulla città, sul ritmo incessante che pulsa sotto ogni finestra. I dettagli inclusivi: appoggi per biciclette, spogliatoi, docce, ardono come segni che riconoscono il corpo umano e i suoi gesti nelle ore lavorative.
Il sito stesso impone una sfida — adiacente alla linea ferroviaria Mitre, vicino al Río de la Plata —, e l'architettura risponde con delicatezza e precisione. Fondazioni studiate per non alterare l'infrastruttura circostante, per gestire le acque, per mettere una barriera acustica naturale contro il frastuono dei treni, mantenendo però aperta la vista sul fiume. Le nervature di vetro a basso ferro, i solai strutturali esterni: tutto concorre a un involucro opaco solo al tatto, ma trasparente all'occhio, capace di resistere al vento, di offrire protezione senza barriera, di filtrare il paesaggio e di restituirlo amplificato.
VILO Tower appare dunque come un'opera di congiunzione — fra architettura e città, fra individuo e comunità, fra estetica e funzione, fra sostenibilità e memoria. È l'ultimo frammento progettuale che Vifíoly dona alla città che lo ha accolto, ma è anche un prisma aperto sul futuro: al servizio di chi la vive, al servizio del paesaggio urbano. È architettura che respira, che ascolta, che sostiene — soglia non fine, incarnazione del possibile, promessa che sfida il tempo.