TECLA, tra tecnologia ed argilla
TECLA è un prototipo di abitazione che integra ricerca, pratiche di costruzione vernacolari, studi climatici e principi bioclimatici. La stampa 3D è un’industria e una tecnologia che solo di recente si è fatta strada nel mondo dell’architettura; e lo ha fatto a un ritmo rapido, con aziende in tutto il mondo che ora stanno emergendo per offrire servizi di stampa per l’edilizia, utilizzando una gamma di materiali, promettendo progetti unici e, spesso, l’accesso a materiali convenienti e a basse emissioni di carbonio. pratiche costruttive. Rimangono tuttavia degli ostacoli, compresi i costi dei materiali e la riscrittura dei regolamenti edilizi regionali.
E quindi l’industria della stampa 3D ha ancora un po’ di navigazione da fare prima di iniziare a risolvere problemi come l’accessibilità economica su larga scala.
TECLA è stata concepita come risposta alle emergenze abitative generate dalle migrazioni di massa e dai disastri naturali. In parte è una casa modello, in parte un progetto scientifico. La sua struttura e il suo colore peculiari potrebbero essere paragonati a un alveare o forse a una zucca. Qualunque sia la sua somiglianza, la forma è decisamente organica.

MCA ha studiato la forma dell’edificio in relazione al clima e alla latitudine. L'involucro a cupola è ottimizzato per bilanciare tre parametri legati al clima: ventilazione, che è fornita dalle cavità di uno strato esterno di terra stampata; isolamento termico, ottenuto riempiendo le cavità interne della terra stampata con la lolla di riso, un sottoprodotto industriale; massa termica, che è controllata dalla profondità delle nervature esterne. Secondo gli architetti questi fattori potrebbero essere adattati ai vari contesti ambientali per garantire il comfort abitativo interno. La composizione e la forma di TECLA dipenderebbero quindi teoricamente dalla posizione geografica in cui sarà costruita. Nel caso di un clima umido, ad esempio, la massa termica aumenterebbe con nervature più distanziate e uno strato di ventilazione più spesso. In un clima più fresco, lo strato isolante diventerebbe dominante.

“Questo progetto non è una soluzione. È un esperimento”, dice l’architetto Mario Cucinella, della casa TECLA, il primo modello abitativo stampato in 3D interamente da terra cruda locale. “Ma prima dobbiamo ammettere che non esiste un edificio a impatto zero”. Ciò che intende dire è che tutti gli atti di costruzione, grandi o piccoli, hanno un impatto sull’ambiente e richiedono un certo livello di energia non rinnovabile: per estrarre risorse, per costruire e per mantenere nel tempo. Anche se gli architetti potrebbero non essere in grado di raggiungere l’obiettivo zero, studi come quello di Cucinella mirano comunque ad avvicinarsi.
Cucinella la definisce “una forma onesta, una forma sincera”. Con una superficie di circa 60 mq, l'abitazione è composta da una zona giorno con cucina e una zona notte con zona notte e wc. Anche gli arredi sono in parte stampati in terra locale e integrati nella struttura in terra cruda, in parte pensati per essere riciclati o riutilizzati.
Il disegno assume una forma organica, una composizione di due cupole che attraverso una curva sinusoidale sinuosa e ininterrotta culminano in due lucernari circolari. Gli architetti hanno derivato la geometria e la forma dei colmi esterni, in base alla necessità di raggiungere l'equilibrio strutturale sia durante la fase di stampa che anche dopo il completamento.
Foto ©Iago Corazza

