Mercato esposto al cambiamento climatico
Secondo l'ISPRA, quasi il 94% dei comuni italiani non è sicuro e più di 8 milioni di persone vivono in aree ad alto rischio.
Tra alluvioni improvvise, esondazioni di fiumi e frane, problemi idrogeologici e terremoti, "circa il 78% delle abitazioni italiane è a rischio elevato o medio-alto", secondo il Sigma Natural catastrophes in 2021.
Si tratta indubbiamente di uno scenario grave, ma secondo i dati della Banca d'Italia, questa attenzione al dissesto idrogeologico non sembra avere un impatto sufficiente sui quasi mille miliardi di euro di patrimonio abitativo esposto al rischio di alluvione.
In caso di alluvione, il valore degli immobili si dimezzerebbe (60% del totale) e la perdita annua stimata sarebbe di 3 miliardi di euro.
Come evidenziato nel rapporto congiunto di Istat e Bankitalia, l'abitazione rappresenta la metà della ricchezza complessiva delle famiglie italiane, che trovano nel mattone un rifugio sicuro in cui investire i propri risparmi e (oltre ai vantaggi di avere una casa in cui vivere) un flusso costante di reddito attraverso l'affitto o la vendita.
La caduta dei valori delle case ha quindi inferto un duro colpo alla ricchezza reale della popolazione italiana ed è stata attribuita sia alla crisi del mercato immobiliare sia alla catastrofe ambientale. Anche i rischi geologici e idrologici sono in gran parte determinati dal comportamento umano.
Come sottolinea l'Agenzia di Protezione Civile, "la densità di popolazione, l'abbandono dei terreni montani, il continuo disboscamento, le tecniche agricole non rispettose dell'ambiente e l'incuria dei versanti e dei corsi d'acqua aumentano senza dubbio l'instabilità".
In questo contesto, anche l'urbanizzazione disordinata e le grandi costruzioni abusive giocano un ruolo importante: gli ultimi dati Istat mostrano una diffusione significativa in Calabria e Basilicata (54%), seguite dalla Campania (50%).
La soluzione migliore per affrontare i rischi meteorologici estremi è quindi quella di optare per una polizza assicurativa in grado di coprire tutti i possibili danni.
Si tratta di una scelta logica, perché più alta è la probabilità che si verifichi un danno (ad esempio se la casa è vicina a una montagna o a una zona sismica con rischio di crollo), più alti sono i premi annuali pagati alla compagnia assicurativa.
In Italia, circa 1,7 milioni di persone sono assicurate contro le calamità naturali, ma solo la metà delle polizze copre tutti i rischi. 10.000 coprono i terremoti e 291.000 solo le inondazioni.
L'incapacità del sistema assicurativo di fornire protezione ha portato all'idea che nei casi più gravi lo Stato sia responsabile di tutte le perdite.
Questa idea altamente fuorviante non ha alcuna base giuridica ed è un fatto cronico che in tutti i casi di disastri naturali lo Stato non viene risarcito né completamente né tempestivamente.
Nel 2009, nel caso del grande terremoto dell'Italia centrale, secondo la sentenza del Tribunale civile dell'Aquila, il risarcimento è stato ridotto perché le vittime non avevano lasciato le loro case durante il terremoto. Per aumentare l'interesse del pubblico italiano verso le assicurazioni, è necessaria un'adeguata alfabetizzazione assicurativa, oltre agli incentivi fiscali già esistenti (come la riduzione del 19% dei premi dell'imposta Irpef).
Questo è un settore in cui l'Italia è purtroppo agli ultimi posti rispetto agli altri Paesi europei. Sebbene la spesa assicurativa pro capite sia meno di un terzo di quella di Francia e Germania, il fabbisogno è elevato.
Secondo un'indagine commissionata dall'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), solo il 63% degli italiani conosce il concetto di "premio" e poco meno del 60% sa cosa significa "franchigia".
Il Ministero della Protezione Nazionale, presieduto da Nello Musumeci e ricostituito dal Governo dopo 21 anni, dovrebbe essere la prima organizzazione ad affrontare questo gap culturale.
Infatti, recenti studi sui rischi climatici dell'European Environmental Agency (EEA) indicano che sono stati raggiunti livelli critici in Europa, l'aumento delle temperature, della siccità ma anche delle alluvioni minacciano in particolare transazioni immobiliari, prezzi e valutazioni degli immobili.
Secondo IMPact sgr, è quanto mai vitale intervenire con adeguati investimenti e politiche di adattamento nei prossimi anni, altrimenti si andrà incontro a shock finanziari innescati proprio dagli effetti del cambiamento climatico sui mutui, compravendite ecc.
Eventi climatici estremi possono comportare, tra l'altro, una riduzione del gettito fiscale, un aumento della spesa e dei costi e una riduzione del rating e un aumento del costo dei prestiti. Considerata la natura sistemica dei rischi climatici, nei prossimi anni gli investitori dovranno dotarsi di strumenti più evoluti sia per la quantificazione dei rischi fisici che per la valutazione dell’esposizione del fatturato dei player immobiliari; in quest’ottica le aziende coinvolte nel settore dovranno potenziare le infrastrutture, all’efficienza dei consumi, all’economia circolare, all’educazione e training, alla salute e alla biodiversità dovranno beneficiare di maggiori soluzioni di adattamento al cambiamento ambientale.