Una Fiera per la città
L’intervento, progettato dallo studio spagnolo Francisco Mangado in collaborazione con lo studio belga Archipelago, è il frutto di un concorso internazionale bandito nel 2019 dalla Fiera di Liegi per la creazione di un nuovo padiglione, in sintonia con le esigenze di un moderno centro fieristico.
La nuova struttura, a causa del suo importante sviluppo di superficie (circa 20.000 m2) si propone subito, oltreché come ampliamento delle capacità ricettive della fiera, come elemento di ricucitura dell’intorno urbano; realizzato nelle immediate vicinanze del fiume Mosa, infatti, insiste in un’area cittadina fortemente destrutturata, in cui funzioni completamente diverse (residenza, aree industriali, logistiche, infrastrutture di trasporto) vengono a contatto senza relazionarsi fra loro, generando un tessuto urbano privo di identità complessiva.


L’intento dei progettisti era quello, appunto, di immaginare una costruzione che fosse in grado di trasformare radicalmente la fruizione di questa zone di Liegi, come anche sottolineano dallo Studio Arcipelago: “Non siamo più di fronte alla costruzione di un semplice edificio, ma piuttosto a una di quelle opportunità che, di tanto in tanto, la città e i suoi abitanti si trovano ad affrontare, forgiando così la storia urbana”.
L’architettura è stata sviluppata, quindi, tra la necessità di generare spazi funzionali (e flessibili) a disposizione delle varie manifestazioni espositive e quella di aprire l’edificio alla città, contribuendo alla riqualificazione del quartiere.

Eccoche la grande piazza d’entrata, è definita da tre lati da un luminoso foyer e da due ali a doppia altezza (ed essa stessa può diventare spazio espositivo), da cui si accede a un funzionale (e anche tradizionale) spazio espositivo di grandi dimensioni, parzializzabile e quindi estremamente flessibile sulle esigenze delle varie manifestazioni, con copertura a shed vetrati.
I volumi esterni sono stati gestiti per evitare di ricadere nello stereotipo classico del padiglione (tipicamente un volume formalmente bloccato) di forma più o meno parallelepipeda; il risultato pare più riuscito nella parte frontale di accesso, con due corpi a doppia altezza a copertura piana spiovente e due ali dissimetriche che generano la piazza d’entrata.

I volumi laterali e il retro cedono alla logica funzionalista tipica dei padiglioni espositivi (volumi tecnici, aree di carico e scarico, accessi industriali di grandi dimensioni), con, come uniche concessioni, alcuni elementi di copertura spioventi.