Ricucire il tessuto di Torino
Gli ingredienti ci sono tutti; un importante comprensorio industriale all’interno del tessuto urbano, il rapporto tra la città e il fiume e la necessità di tenere un equilibrio attento tra interventi di nuova realizzazione e restauro degli opifici esistenti.
Parliamo della riqualificazione dell’area della Ex Manifattura Tabacchi di Torino, all’interno del comparto industriale del Regio Parco, oggetto di un bando di concorso emesso dal’Agenzia del Demanio e vinto da un’associazione di studi di cui fanno parte Eutropia Architettura (capogruppo), Pininfarina Architecture , Weber Architects (per il Masterplan e il Concept) e, per la progettazione del landscape, Paisà Landscape.



La ricucitura del tessuto urbano si ottiene con due importanti assi di progettazione: da una parte l’apertura dell’area ai torinesi (non solo con un interessante revisione del rapporto fra volumi, ma anche con la volontà di stimolare la fruizione dei cittadini di parte delle strutture), dall’altra l’attenta progettazione del rapporto tra l’area oggetto di progetto e il Po, presenza importante e sottolineata con un ampio anfiteatro che si affaccia sul fiume e funge da cerniera (anche grazie all’importante metratura di aree verdi collegate) fra gli edifici dell’Ex Manifattura e il fiume e da raccordo con il sistema dei parchi di Torino.

Numerose le intuizioni progettuali del raggruppamento dei progettisti: dal recupero dei binari dismessi del preesistente raccordo ferroviario a, ovviamente, alla geometria delle coperture dei nuovi edifici, che riprendono le tradizionali coperture a falda in coppi degli stabilimenti dell’opificio, reinterpretandoli in un’ottica quasi decostruttivista, che consente di inserire una grande lucernario (al posto del colmo, quindi nel luogo in cui ci si aspetta un elemento portante troviamo un vuoto) che da luce alle nuove strutture. Notevoli anche le nervature che scandiscono lo sviluppo longitudinale delle nuove strutture, dove le suggestioni delle strutture nerviane sono non solo evidenti, ma anche organiche nel progetto.

Le strutture di nuova costruzione ospiteranno il nuovo Polo Archivistico e Culturale, con l’interessante volontà di aprire ai cittadini la fruizione (lo spazio immaginato è quello compreso fra i due archivi principali), oltreché per ospitare gli Archivi e i relativi depositi di documenti dei Ministeri della Giustizia e della Cultura con aule di consultazione e spazi per un Centro studi.
Anche il sistema di costruzione proposto non è scontato : le strutture principali dei nuovi edifici saranno realizzati a secco e trasportati per il montaggio sul cantiere.


Ovviamente l’attenzione all’ambiente è un asset fondamentale per il nuovo intervento; il ciclo delle acque, volto a minimizzarne gli sprechi, mette in campo un mix articolato di soluzioni tecnologiche e di interventi all’insegna della sostenibilità: treepit, piazze d'acque, superfici verdi permeabili, canali vegetati e aree di bioritenzione. In questo modo l’obiettivo raggiunto sarà duplice: incrementare la biodiversità e migliorare l’impronta ambientale delle nuove strutture.