L’acqua (e non l’inverno) sta arrivando
Se, entro il 23 marzo 2025, sarete a Copenhagen per turismo o per lavoro, una esposizione da non lasciarsi sfuggire sia per il tema trattato sia per gli allestimenti che, infine, per gli spunti di riflessione progettuale che si possono trovare, è sicuramente quella organizzata dal DAC (Danish Architecture Center) che si intitola ‘Water is coming’.
A parte il titolo, che astutamente strizza l’occhio a una delle serie di maggior successo degli ultimi anni, al DAC hanno saputo trovare un notevole equilibrio fra qualità degli allestimenti, suggestioni culturali e informazioni di contesto sul grande tema della gestione di eventi estremi, previsto per i prossimi anni, nel ciclo delle acque come conseguenza delle dinamiche di climate change attualmente in atto.


La mostra non solo pone il problema (che riguarda l’Italia da vicino, dato che molte delle nostre zone costiere sono a rischio sommersione, Venezia è solo l’esempio più eclatante), ma scandaglia il rapporto tra l'acqua, le persone e la natura in un mondo in rapido cambiamento dove, nonostante le prospettive apparentemente cupe, ci sono anche speranza e opportunità.
Con la mostra ‘Water is coming’, il DAC,infatti, compie un’azione meritoria (staccandosi dalle logiche orientate sulla contrapposizione di opposte interpretazioni inconciliabili che caratterizzano oggi il dibattito su queste tematiche) , tentando di creare una comprensione più profonda della nostra dipendenza dall'acqua e delle sfide che essa pone alle nostre città.

Molto interessanti gli esempi di adattamento e mitigazione, provenienti da vari angoli del globo, che tentano di trovare soluzioni per a convivenza futura con l’acqua.
Non si tratta di interventi monstre, quanto piuttosto di un’attenta opera di ricucitura del rapporto tra uomo e acqua, che passa per interventi a volta minimali, ma che, nel loro complesso danno un contributo fattivo alla prevenzione di eventi estremi.
Si va dal Karens Minde Aksen a Copenaghen, dove un sentiero di mattoni serpeggia come un fiume attraverso un paesaggio verde (con un aumento della biodiversità locale), fungendo in casi di pioggia intensa da cassa di compensazione dalle inondazioni per i residenti intorno al parco.

Interessante anche l’esempio che viene dalla Germania; ad Amburgo dove Il lungomare del porto nel 1962 è stato innalzato di 7 metri sul livello del mare dopo una imponente mareggiata per proteggersi dalle inondazioni. Intervento ribadito dalla passeggiata, completata nel 2019 e firmata da Zaha Hadid Architects, che ha innalzato il piano di calpestio di un ulteriore metro.

Infine, la Tåsinge Plads, la primo spazio urbano adattato al clima di Copenaghen; un’area verde in grado di gestire grandi volumi di acqua piovana, che si articola su uno spazio di 1.000 metri quadrati, progettato per ritardare le inondazioni e fornire il drenaggio dell'acqua piovana da un'area circostante di circa 8.000 metri quadrati.

Per informazioni, ecco la pagina dell’esposizione: [qui il link]