Il vernacolo prende il volo

Vernacolare e in senso strettamente letterale, come da definizione della definizione che ne dà il dizionario di Oxford: “espressione che abbia forte colorito particolaristico, sia in senso locale che sociale”.
E il nuovo aeroporto internazionale Gelephu in Bhutan, progettato da BIG è una materializzazione di questo aggettivo che, lungi dall’essere dispregiativo (come spesso si fraintende) è la quintessenza del radicamento di tradizioni, architetture e, ovviamente anche linguaggio, declinate in modo vivo, vitale e, perché no, orgogliosamente identitario.
BIG ha voluto progettare un complesso, ovviamente rispettoso delle esigenze funzionali sia nella gestione dei flussi sia dal punto di vista della sicurezza sia da quello della gestibilità di un aeroporto moderno, ma ‘portatore sano’ dell’identità storica del luogo. Non passatismo quindi, ma evoluzione su solide radici.
L’aeroporto si sviluppa su una superficie di oltre 68.000 metri quadri e sorge nei pressi del confine tra Bhutan e India; progettato per gestire un flusso di passeggeri di oltre 1,3 milioni di persone già nel 2040, per arrivare a oltre 5,5 milioni nel 2065. L’aeroporto fa parte del masterplan della città di Gelephu, il ‘Gelephu Mindfullness City’ che BIG ha sviluppato assieme a Arup e Cistri.
Sullo sfondo dell'Himalaya, la struttura diagrida (dove dominano i triangoli e i rombi) dell'aeroporto è realizzata con legname di provenienza locale e sostenibile ed è ornata da sculture in legno tradizionali bhutanesi, realizzate da artisti locali. La facciata dipinta trae ispirazione dal ‘Kachen’; un pilastro di legno venerato per il suo significato strutturale e il suo intricato design, che incarna il patrimonio architettonico e il simbolismo spirituale bhutanese.


Progettati per accogliere la crescita prevista di viaggiatori, i telai in legno dell'aeroporto sono strutturalmente indipendenti, consentendo un semplice smontaggio in caso di espansione futura.
Le scelte progettuali sono ben spiegate da Bjarke Ingels , fondatore e direttore creativo di BIG: “Un aeroporto è la prima e l'ultima impressione che si ha di un luogo che si visita. Per l'aeroporto internazionale di Gelephu abbiamo cercato di incarnare la natura e la cultura del Paese e della Mindfulness City. Le foreste che ricoprono gli altopiani sono state lasciate scorrere dalla piazza degli arrivi attraverso l'aeroporto fino alla pista. Gli alberi tropicali fanno ombra ai viaggiatori e il cortile della foresta delimita le funzioni principali di immigrazione, sicurezza e bagagli”.
Continua Ingels: ”L’architettura dell'aeroporto è composta da telai modulari in legno massiccio che garantiscono flessibilità ed espandibilità e che, a distanza, ricordano una catena montuosa stilizzata. A un'analisi più attenta, tutti gli elementi in legno massiccio sono intagliati e colorati secondo l'artigianato tradizionale, ornati da tre tipi di draghi che rappresentano il passato, il presente e il futuro del Bhutan. Il risultato è tradizionale ma all'avanguardia, lungimirante e radicato. Per me personalmente, questo insolito abbraccio con l'artigianato e i colori tradizionali è una vera testimonianza di quanto mi abbia colpito l'incontro con il Bhutan - il Paese, la sua cultura e la sua gente”.
Spesso abbiamo definito gli aeroporti e, in generale le architetture destinate alle infrastrutture di trasporto dei ‘non luoghi’; l’area di arrivo progettata da BIG è già una dichiarazione in completa antitesi di questo assunto; si fonde armoniosamente con il terreno naturale circostante ed è stata progettata come una serie di quattro zone, in stretta correlazione fra loro, ma ognuna dedicata a specifiche piante presenti nelle foreste di Gelephu. Lo spazio di aggregazione è caratterizzato da una pavimentazione in pietra naturale locale e da aree di seduta integrate, mentre un'abbondante vegetazione e una tettoia offrono protezione dagli elementi.
La filosofia progettuale della piazza d’arrivo continua nei corridoi tramite i quali la biodiversità del Bhutan penetra nell'aeroporto e nel suo cortile interno. Chiamata “Forest Spine”, questo cortile divide il terminal in due sezioni, con i voli nazionali sul lato ovest e i voli internazionali a est. Accessibile visivamente da qualsiasi punto dell'aeroporto, la Forest Spine offre ai passeggeri un collegamento con la natura anche all'interno dell'aeroporto, con tranquilli spazi verdi, una passerella sugli alberi e fauna autoctona.