6 giugno 1944: un museo per ricordare
Quando l’Architettura si confronta con la Storia (quella con la S maiuscola), ogni scelta è compiuta sul filo di rasoio; di fronte a eventi che hanno cambiato l’evoluzione dell’umanità i progettisti hanno scelte limitate nel proprio bagaglio tecnico, culturale e, perché no, etico.
Senza dubbio, anche i progettisti dello studio parigino Projectiles devono aver provato il peso del confronto quando, dopo aver vinto il concorso nel 2019, si sono misurati con la progettazione definiva e la costruzione delle nuove strutture Museo dello Sbarco di Arromanches, che è stato il primo museo creato su questo tema all'indomani della Seconda Guerra Mondiale.


Inaugurato nel 2024, il nuovo complesso ha dovuto misurarsi con temi fondamentali come la memoria, la conoscenza e la trasmissione di una storia condivisa, nonché il dovere di ricordare, al di là dello scorrere implacabile del tempo.
Ne è nato un museo in cui il rapporto con il territorio ha una valenza fondamentale. La sua stessa posizione lo rende, infatti, un osservatorio.
Situato ad Arromanches-les-Bains (Francia), il museo è stato immaginato come un “insieme” appartenente a un sistema museale molto più vasto, che si estende territorialmente da est a ovest (da promontorio a promontorio) e da nord a sud (l'orizzonte comune del villaggio).
Dalla piazza esterna della nuova struttura e dal pendio circostante, tutte e cinque le facce (i prospetti e parte della copertura) del museo sono visibili e contribuiscono alla diversità dei punti visuali che si focalizzano, attraverso di esso, sul paesaggio circostante, offrendo inquadrature diverse, in un dialogo con le varie scale.
Oltre a mettere in evidenza il museo, il piazzale è uno spazio ideale per contemplare lo spettacolo della marea del canale della Manica, in quanto rivela, al suo ritirarsi, le vestigia delle strutture servite allo sbarco degli alleati.
A est, dove sorgevano le strutture del vecchio museo, Projectiles ha immaginato un nuovo spazio pubblico alberato con un interessante rapporto sia complementare sia di continuità visiva e spaziale con la vicina Place du 6 juin 1944. Una serie di sedute aggiuntive completano l’allestimento.
Il progetto si caratterizza per il suo rapporto con il sito, la sua volumetria semplice e il suo rigore costruttivo. Si tratta di un museo-orizzonte le cui numerose viste dall'interno verso l'esterno (e viceversa) sono della massima importanza. Al piano terra, lo spazio pubblico, la piazza e la strada si estendono all'interno del museo.

Al primo piano, al livello delle collezioni, le schede e gli oggetti dialogano con il paesaggio, accompagnate da un uso quasi austero dei materiali, principalmente calcestruzzo facciavista e acciaio sia per le strutture sia per gli arredi necessari alla fruizione dei grandi spazi multimediali.

Raggiunto il tetto, scompaiono le strutture, le facciate, le pareti della galleria e le proiezioni ed il confronto con il sito dello sbarco è completo e senza intermediazioni. Una grande tenda da sole, con una profondità di 4 metri e un'altezza di 8 metri, si estende per tutta la copertura calpestabile.
Colonne prefabbricate in calcestruzzo chiaro compongono il perimetro dell’edificio, secondo schemi differenziati, tutte comunque organizzate su una maglia di due metri di interasse. La loro realizzazione richiama il genio ingegneristico dei moduli utilizzati per realizzare il porto artificiale di Mulberry B (uno dei grandi porti prefabbricati, con Mulberry A - che si estendeva davanti a Omaha, utilizzati dagli alleati per il rifornimenti e lo sbarco di truppe e attrezzature). Grandi specchiature vetrate (alcune trasparenti con vetri anti-UV, altre rese opache da serigrafie) tamponano l'esoscheletro di cemento.
Un grande elemento longitudinale (lungo 16 metri e larga 4 metri) struttura la pianta di ogni livello, richiamando nei suoi rapporti geometrici il rapporto proporzionale dei grandi cassoni Phoenix che erano stati affondati (assieme a chilometri di frangiflutti formati da navi dismesse) per fungere da base ai moli artificiali di Mulberry B.
Una passerella (anche qui un richiamo a quelle dei porti), che i visitatori scoprono entrando nel circuito espositivo del museo, sembra galleggiare in questo volume. La struttura prefabbricata in calcestruzzo continua all'interno del museo. Travi trasversali di 12 metri sono distanziate ogni due metri, correndo dall’elemento longitudinale alle colonne delle facciate nord e sud.
A cavallo tra terra e mare, tra il piazzale e l'interno del museo, il percorso di visita inizia dalla Place du 6 juin 1944 e dalla passeggiata sul lungomare. Le gallerie espositive si aprono gradualmente verso l'esterno, seguendo un percorso cronologico e tematico: dallo scoppio della guerra fino alla liberazione.
Al piano terra, i visitatori entrano in una sala a più livelli, dall'atmosfera ovattata, in cui viene proiettato un filmato introduttivo che contestualizza lo scopo del museo. La visita prosegue al primo piano con un collegamento visivo diretto con l'orizzonte marittimo e con le vestigia di Mulberry B.