Quando il nome è importante

La scuola superiore James Lawson, realizzata sul progetto dello studio Hastings Architecture di Nashville in Tennessee è ormai è entrata nel secondo anno di apertura, ma merita di essere raccontata perché oltre all’architettura, c’è una bella storia da narrare.
La storia (come spesso capita) sta tutta in un nome, quello del reverendo James Lawson a cui è stata dedicata, mentre era ancora in vita, la scuola; Lawson è stato uno dei paladini dell’uguaglianza razziale nelle difficili terre del sud degli Stati Uniti.

Il pastore, morto proprio quest’anno alla reverenda età di 95 anni, nel 1960 è stato espulso dalla Vanderbilt University Divinity School per aver addestrato gli attivisti alle tattiche di resistenza non violenta (i neri, tra le miriadi di altre discriminazioni, non potevano sedere nei banchi del pranzo in università). A suo nome è ora intitolata la scuola (in cui i suoi genitori non avrebbero potuto accedere) e la sua immagine campeggia su un grande murale.
Anche la James Lawson High School, comunque, merita di essere raccontata; frutto di un intervento di 129 milioni di euro, ha una superficie complessiva di 27.900 metri quadri ed è stata immaginata per ospitare 1.600 studenti complessivamente.


La scuola è certificata LEED Gold e, per riuscire a raggiungere i requisiti richiesti, i progettisti hanno lavorato molto sia sull’isolamento perimetrale sia sulle caratteristiche impiantistiche, dagli impianti fotovoltaici sul tetto, al sistema meccanico geotermico ad alta efficienza, dall'illuminazione naturale, a sistemi attenti di raccolta dell'acqua piovana, fino ai tetti verdi e alle aule all'aperto per mantenere gli studenti a contatto con la natura.

Dal punto di vista progettuale, Hastings Architecture ha preso spunto per forme e materiali costruttivi dalla storia e dalle caratteristiche naturali del sito sul quale la scuola sorge; in fregio al fiume Harpeth, questo territorio era uno storico crocevia di industria e commercio, dove le linee ferroviarie e le strade trasportavano i primi coloni verso ovest e riportavano le materie prime, tra cui legname e calcare del Tennessee, verso est, a Nashville.
Da qui, appunto, l’uso di materiali (cemento, mattoni e legno) e soluzioni compositive (terrazzi, tessiture murarie stratificate orizzontalmente) per creare motivi che rispecchiano le vicine scogliere calcaree.

Il progetto sfrutta l’altimetria del sito, incorporando ingressi di livello superiore in vari punti, riducendo le difficoltà di accesso e facilitando il flusso del traffico degli studenti.
In posizione baricentrica, trova posto l’ingresso principale, che viene utilizzato anche come spazio comune per gli studenti; un volume a doppia altezza, completamente vetrato, immaginato per essere un centro di attività e un luogo di interazione e socializzazione per studenti e insegnanti.

Su questo spazio si affaccia sulla Biblioteca a due piani, mentre scale con struttura in cemento e rivestimento in legno collocate su entrambi i lati, distribuiscono i flussi di fruitori verso le ali didattiche e la caffetteria del terzo piano. Completano la struttura l’immancabile palestra e un grande teatro.