Tra pino (bianco) e ninfea
Per una volta mettiamo da parte il nostro innato tafazzismo e vediamoci come quello che siamo (almeno nelle nostre eccellenze); il concetto di architettura biofilica, sposato da UNStudio per un importante progetto di edilizia residenziale a Seul, era già stato affrontato con indubitabile successo dal nostro Stefano Boeri nel Bosco verticale; una struttura che lo stesso Boeri definisce come l’essere “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”, definendo non solo le caratteristiche urbanistiche e tecnologiche ma anche il linguaggio architettonico e le qualità espressive del progetto.

Stessa cosa che si propongono, appunto, gli olandesi di UNStudio con l’intervento Hannamdong 4 Resideces a Seul; le strutture, situate tra le montagne Namsan e il fiume Han, intendono ridefinire la fruizione degli spazi residenziali, creando un ponte tra l'ambiente naturale e quello urbano di Seoul. Questo progetto affronta le problematiche, particolarmente sentite in Corea, della disconnessione causata dalla rapida urbanizzazione, per proporsi come collegamento vitale tra le montagne e il fiume, in modo da contribuire il riconnettersi dei i residenti con il patrimonio naturale e storico della città.
Per ripristinare la connessione naturale perduta tra le montagne e il fiume, il progetto Hannamdong-4 pone quindi un forte accento sul desiderio intrinseco dell'uomo di connettersi con la natura e gli altri esseri viventi (sull’afflato ‘innato’ e non bensì come ‘costrutto etico-culturale’ potremmo discutere all’infinito, ndr).
Valorizzando il legame tra ambiente naturale e ambiente antropizzato, la proposta progettuale si pone come punto focale per rafforzare il rapporto tra le persone e la natura. Il progetto abbraccia i principi della biofilia, favorendo una connessione più profonda tra le persone e la natura.
Ispirato ai pini bianchi di Namsan e alle ninfee del fiume Han, il progetto riflette resilienza; i giardini verticali e le pareti verdi, caratterizzati da specie vegetali autoctone, aumentano la biodiversità, migliorando contestualmente la qualità dell’aria, in modo da tentare di riproporre un ambiente rigoglioso e sostenibile durante tutto l'anno.
Poiché l'intenzione non è solo quella di ricollegare la montagna al fiume, ma anche di riconnettere la popolazione urbana al passato tradizionale della città, era pertinente per UNStudio che gli elementi che rappresentano il passato - i pini bianchi, un tempo ritenuti perduti, e le sempre presenti ninfee delle montagne e del fiume - fossero le principali fonti di ispirazione per il design della facciata del progetto.
Il pino bianco ha una connessione particolarmente intensa con il progetto di Hannamdong-4; un tempo comune nel paesaggio di Seoul, si ritiene che sia improvvisamente scomparso a causa della rapida crescita della città. Fortunatamente, di recente è stato scoperto un “figlio” del vecchio pino bianco all'interno della città, che ha mostrato con forza la capacità della natura di perpetuarsi.
La ninfea, invece, come molti altri fiori acquatici, è emblematica del fiume Han, simboleggiando la purezza e la resilienza, dato che prospera nelle acque del fiume.
L'architettura si ispira alla ricca flora della regione, con le torri a forma di X che incorporano elementi verticali che imitano la struttura e la forma dei pini. Questi elementi si diramano ai livelli del podio per formare balconi e continuano verso l'alto, incorniciando le torri con un ritmo organico.
Le torri a forma di O presentano moduli a spirale ispirati alle ninfee, creando un senso di fluidità e movimento. Questi moduli, ispirati alla geometria dei petali, formano uno stile architettonico coeso ed espressivo.

Il design delle facciate celebra la bellezza naturale di Seoul, fondendo l'estetica moderna con la consapevolezza ambientale. Il progetto crea un'esperienza abitativa armoniosa che risuona con il patrimonio culturale ed ecologico della città.