Pavia ritroverà (finalmente) il suo arsenale

Le demolizioni dei 20 edifici di scarso valore storico e architettonico, realizzati in un periodo recente, sono state completate e ora si entra nel vivo dell’intervento di riqualificazione dell’ex Arsenale di Pavia che interesserà un’area di 107.870 m2 e 21 edifici: 16 saranno restaurati e 5 demoliti per realizzare 3 nuovi edifici destinati ad archivio, pensati in un’ottica di sostenibilità ambientale e di tutela del paesaggio, con una restituzione di suolo di 4.400 m2.
La superficie complessiva interessata dal progetto è di 33.800 m2 e gli spazi rigenerati saranno destinati alle sedi di pubbliche amministrazioni (Agenzia delle Entrate, Ispettorato Territoriale del Lavoro, Ragioneria Territoriale dello Stato, Corte di Giustizia Tributaria, Archivio Notarile, gran parte degli uffici del Tribunale di Pavia) e a servizi pubblici per far fruire nuovamente alla cittadinanza il sito. L’operazione consentirà un risparmio di spesa in locazioni passive per lo Stato pari a 1,18 milioni di euro all’anno.
“La riqualificazione dell’Arsenale è un passaggio strategico per il futuro della nostra città: recupero di un’area storica e restituzione ai cittadini di un affaccio sul Ticino tra i più suggestivi - ha dichiarato il Sindaco di Pavia, Michele Lissia – Anni fa l’associazione “Arsenale creativo” aveva riacceso l’attenzione su questo luogo prezioso e oggi, finalmente, quel processo prende forma e sostanza. È fondamentale che questa rigenerazione non si limiti a ospitare esclusivamente funzioni amministrative, ma che sappia ibridare servizi pubblici, accessibilità, spazi per la cultura, il tempo libero e la socialità. Ho sempre chiesto che questo intervento non si chiuda su sé stesso, ma diventi un’occasione per aprire alla città un nuovo spazio vivo, fruibile, integrato con il paesaggio del fiume e delle sue sponde. Il cambiamento climatico ci impone di ripensare i luoghi urbani anche in chiave ecologica e ambientale, e il progetto va in questa direzione".

"Come Comune continueremo a lavorare, insieme col Demanio cui va il mio ringraziamento per il grande impegno e con gli altri attori coinvolti, affinché il nuovo Arsenale diventi davvero un patrimonio collettivo, accessibile e sostenibile”.

Ad aggiudicarsi la gara europea per la progettazione dell’intervento di rigenerazione dell’area, indetta dall’Agenzia, è stato il raggruppamento di imprese composto da Artelia Italia, Vittorio Grassi Architects, Parcnouveau, F&M Ingegneria e Iconia Ingegneria sulla base di una proposta che coniuga storia, innovazione e rispetto dell’ambiente.
Le strutture esistenti saranno valorizzate e affiancate da nuove architetture, all’interno di un rinnovato sistema di spazi aperti e vivibili in cui l’acqua diventa l’elemento fondante. Alla base del concept progettuale la riscoperta del Navigliaccio e il suo rapporto con la riva del Ticino, per promuovere la continuità paesaggistica e la riqualificazione dei due corsi d’acqua.
Il canale diventerà un elemento di interfaccia tra i nuovi edifici e il parco che si configurerà come uno spazio strategico, caratterizzato da ampie aree fruibili e versatili capaci di accogliere diverse attività collettive. Lo specchio d’acqua alimentato dal Navigliaccio, insieme ai nuovi edifici, definirà una quinta scenografica degli ampi spazi collettivi del parco pubblico. Una sorta di teatro visivo, in grado di riflettere e amplificare ciò che accade nello spazio circostante, dove i volumi architettonici si trasformano in elementi vivaci e dinamici.
Questo avrà anche un'importante funzione ecologica, oltre ad arricchire esteticamente il sito, contribuirà alla riduzione dell’effetto isola di calore e alla gestione delle acque meteoriche. Le nuove architetture dedicate ad ospitare archivi si inseriscono in un ampio piano di recupero e riqualificazione dell’area, che prevede il restauro e la valorizzazione degli edifici industriali storici esistenti, per preservare la memoria del luogo e integrarla nel nuovo tessuto urbano. Il risultato è un intervento che fonde elementi di passato e futuro, creando un dialogo tra il linguaggio architettonico contemporaneo e l’eredità industriale.