La serra dei titani

Negli ultimi anni, affrontando ripetutamente il compito specifico della progettazione di serre, lo studio DMAA (Delugan Messi Associated Architects) di Vienna ha sviluppato un ampio know-how tecnico e culturale in questo tipo di architetture.
Un know-how che è stato fondamentale per riuscire a mettere a punto il complesso progetto del Expo Cultural Park Greenhouse Garden di Shanghai. L’intervento, che si inserisce nella trasformazione complessiva della grande area occupata dall’Expo del 2010, si innerva sulla politica di rigenerazione urbana del Governo cinese, che sta investendo ingenti risorse per contrastare l’inquinamento di numerose aree del Paese.
La regione di Shanghai è anche direttamente minacciata dalle conseguenze della crescita illimitata e dei cambiamenti climatici. A fronte di smog pungenti, scarsità d'acqua e temperature in aumento, i leader del Paese sono alla ricerca di soluzioni che assumano la forma di misure radicali su larga scala, che non solo preservino gli habitat naturali, ma orientino anche gli sforzi tecnologici ed economici della Cina in una direzione sostenibile.
Prima di essere trasformata nel Parco culturale dell'Expo, l'area ricreativa interna alla città era occupata da una centrale elettrica a carbone e da un'acciaieria. È stata poi ristrutturata per ospitare l'Expo 2010.


Nell'ambito del progetto del nuovo Giardino delle Serre, la struttura in acciaio di un ex capannone industriale è stata utilizzata come sovrastruttura geometrica, poi arricchita da padiglioni di forma organica. Il duplice binomio industria-natura, tradizione-futuro segna la svolta storica in cui si trova oggi Shanghai.
La decisione dell'amministrazione comunale di riconvertire un terreno così vasto e centrale in un'area ricreativa di alta qualità è una chiara testimonianza della tendenza generale verso una più intensa piantumazione delle zone urbane centrali di Shanghai, una delle più grandi città del mondo con un clima subtropicale.
Poiché le serre consumano generalmente grandi quantità di energia, uno degli obiettivi particolari che DMAA si è posta era creare un edificio a energia zero. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie all'utilizzo di vetri singoli, una scelta basata su calcoli simulativi che hanno dimostrato che i doppi vetri sarebbero stati meno efficienti dal punto di vista energetico, in quanto la riduzione della perdita di calore sarebbe stata più che annullata dall'impatto dell'illuminazione artificiale richiesta dalle piante.
Le finestre apribili nel tetto perforato possono essere regolate per consentire la ventilazione naturale e il raffreddamento passivo che creano il clima ottimale per le piante specifiche. Una piscina adiacente ai padiglioni non solo fornisce raffreddamento, ma garantisce anche energia alla serra grazie ai pannelli fotovoltaici situati appena sotto la sua superficie.
La facciata delle tre serre è costituita da pannelli di vetro stratificato monostrato, rettilinei e curvi, con raggi costanti basati su una griglia di 80 cm che segue il perimetro della forma complessiva. Per ottimizzare la fabbricazione, sono stati utilizzati solo cinque raggi diversi per le curve, con le dimensioni delle colonne della facciata ottimizzate in base alle forze interne della struttura.
Ogni pannello di vetro è preassemblato con profili continui di alluminio incollati strutturalmente sul retro del vetro lungo due lati verticali. L'edificio d'ingresso presenta una facciata convenzionale con doppi vetri, rispettando la somiglianza degli aspetti con le tre serre.

Il primo padiglione della serra ricrea l'aridità radicale del deserto, con un paesaggio sabbioso e roccioso in cui sono messe a dimora piante che resistono alla siccità ma che sono minacciate di estinzione in ogni continente. Al contrario, il secondo padiglione contiene la vegetazione tropicale della foresta pluviale, mentre i giardini fioriti verticali dell'ultimo padiglione offrono spazio per mostre itineranti. La terrazza sopra i padiglioni offre una visione d'insieme dell'intero parco e degli edifici che formano il margine del tessuto urbano circostante. Tra i tre padiglioni e l'edificio d'ingresso, e al di sotto della struttura in acciaio, uno spazio di circolazione su larga scala integra il progetto nella natura circostante.